Salvatore Mirabile nasce a Chiusa Sclafani (PA) il 03/01/1951, chiamato da tutti “Totò Mirabile”, residente in Marsala (TP). Già consulente commerciale iscritto all’Albo dei Ragionieri e Periti Commerciali di Marsala e dei Revisori Contabili ai Sensi del D. LGS 27 Gennaio 1992 N.88.
Sin da giovane ha avuto la passione di scrivere, sebbene, essendosi diplomato Ragioniere (ex dirigente regionale), non abbia fatto studi classici se non privatamente.
Ed è proprio nell’età studentesca che inizia a dare sfogo alla sua fantasia, scrivendo e dirigendo delle farse teatrali di fine anno scolastico: “Una scolaresca come tante” - Ist. Tec. Comm. di Bisacquino ed “Una seconda scolaresca come tante” - Ist. Tec. Agr. di Bisacquino.
Appena ventenne, nominato Presidente dell’A.C.I. della parrocchia della Matrice, scrive i copioni e dirige le rappresentazioni della “Via Crucis Vivente” prima e, subito dopo, “Il Presepe Vivente”.
Amante della musica, forma un coro di giovani ed esegue in quegli anni la cosiddetta “Messa Beat”.
Inizia anche a comporre canzoni in italiano tra le quali “I ragazzi di borgata” ed, in dialetto siciliano, tra le tante, “La Cirasara di Chiusa”, che riscuotono subito un discreto successo tra i ragazzi di allora.
Ultimamente ha composto il canto “A marsalisa” presentato al festival Rosa Balistreri di Licata e classificatosi al 2° posto. A tal proposito, ha già collezionato due raccolte dal titolo: “I canti siciliani di Totò Mirabile” e “Le canzoni di Totò Mirabile”.
Anche la pittura viene sperimentata sulle tele, dal momento che in estate è alle prese con i colori che usa per dipingere pareti e porte delle case.
Cosicché, oggi si può dire che tanti sono i quadri dipinti, tutti sullo stile Modigliani ed alcuni sono stati esposti in varie mostre, in particolare al “Marsala Expo”, al “Museo Mirabile”, in Circoli e sale private.
Ma ciò che, in questi ultimi anni, lo ha reso soddisfatto è l’avere fondato il Museo Mirabile delle tradizioni ed arti contadine della regione siciliana, con sede in Marsala, C/da Fossarunza B n.198 ed attualmente riveste l’incarico di Direttore del Museo e del Gruppo Poetico Lilybetano - Sezione del Museo Mirabile di Marsala.
Una colossale ed importante opera, degna di essere menzionata, è quella dal titolo: “Le tabelle di Luogo ed i Luoghi di Sicilia”.
Totò Mirabile, nell’arco di circa quarant’anni, ha visitato tutti i luoghi della Sicilia: città, paesi, frazioni, laghi, fiumi e monti.
Dimostrazione di ciò è la grande raccolta di cartoline e foto/film di tutti i suddetti luoghi e la curiosità che desta maggiore stupore è l’aver fotografato tutte le tabelle di luogo che provano l'essere stato in quei siti.
“Roba da non crederci o da primato!”, direbbe qualcuno. Nell’estate del 2007 allestisce una mostra di foto e cartoline, con annessi volumi, dal titolo: “Le tabelle di luogo ed i luoghi di Sicilia”.
Eppure, la passione per lo scrivere, per comporre musica, per suonare e cantare, per dipingere, per fotografare, riunire e catalogare lo ha condotto a svolgere una ricca attività artistica durante i ritagli di tempo che gli rimanevano, dovendosi dedicare maggiormente al lavoro per il sostentamento della famiglia.
Inizialmente la produzione artistica è stata divulgata solo a parenti, amici e simpatizzanti, non essendo nata con l’intento di farne commercio, ma semplicemente per dar sfogo allo spirito di creatività dell’autore.
Ha già collaborato con la Casa Editrice Pagine, dalla quale alcuni componimenti sono stati pubblicati nell’antologia poetica “L’eco del vento”, del 2006, a cura di Annamaria Scavo, ecc.
Ha partecipato a simposi di poeti e concorsi con ottimi risultati e ha ricevuto l’assegnazione di vari primi premi, tra i quali il prestigioso premio “Talenti Vesuviani” di Napoli.
Avendo partecipato a moti concorsi, ha quasi sempre ottenuto buoni giudizi di critica, ricevendo diversi premi e riconoscenze quali Premi alla Carriera, Premi della Giuria, Premi della Presidenza, Encomi, Premi alla Cultura, Premi d’Eccellenza, Menzioni Speciali, Menzioni d’onore, Menzioni di merito, classificandosi anche in secondi e terzi posti del podio.
È presente su diverse antologie poetiche pubblicate dalla C. E. Pagine di Roma, oltre ad essere anche presente in tante antologie di vari concorsi poetici.
Molti sono i convegni organizzati per conto del Museo Mirabile di Marsala ed a cui ha partecipato relazionando su svariati temi culturali.
Molti proverbi derivanti da una sua raccolta, “I proverbi siciliani”, sono stati pubblicati dal giornale “Marsala c’è”. Numerosi sono gli articoli giornalistici riguardanti le attività svolte da Totò Mirabile pubblicati da diverse testate giornalistiche, quali: “Il giornale di Sicilia”, “La Sicilia di Catania”, “Il Vomere” di Marsala, “Marsala C’è”, “La manovella” e “Piccole Ruote”.
Anche le Radio, i siti internet, quali “marsala.it”, e Tv locali, quali “Canale2” di Marsala, “Tele 8” di Mazara del Vallo e Telejato di Partinico, hanno dedicato articoli ed interviste all’autore.
Proprio in questa estate 2022, al Museo Mirabile di Marsala, ha allestito la seconda mostra di automobiline in scala 1/43 con annessi i volumi esplicativi.
- E’ Stato nominato nel lontano 12 Maggio 1970 dalla Diocesi di Monreale presidente della Associazione Parrocchiale di ACI della Parrocchia di San Nicolò di Bari in Chiusa Sclafani;
- E’ stato insignito dall’Accademia di Sicilia della onorificenza di “Accademico di Sicilia” per “Arte e Cultura”;
- Ha ricevuto dall’ISLAS Istituto Superiore di Lettere Arti e Scienze del Mediterraneo il Diploma Honoris Causa per Arte e Cultura;
- Ha ricevuto un “Encomio per le Tradizioni Popolari” dell’A. C. La Biglia Verde di Partinico;
- Ha ricevuto la “Nomination alla Cultura “Premio Calvino e Jò, Città di Trapani;
- Ha ricevuto il “Premio alla Carriera” dall’A.C. “I Narratura Città di Cefalù”;
- Ha ricevuto il “Premio della Tradizione 2016 “Antonino D’Alia”;
- Ha ricevuto il “Premio Tradizioni Popolari” alla 6^ edizione di “E… state in poesia 2017” Tenute Orestiadi di Gibellina;
- Ha ricevuto un “Encomio alla cultura” dall’A.C. La Biglia Verde di Partinico;
- Ha ricevuto dall’Accademia Siciliana Cultura Umanistica il titolo onorifico di “Accademico per la letteratura”;
- E’ stato nominato dal Movimento Letterario Mondiale per la Pace e la Cultura sulla Terra “Presidente dell’Unione Mondiale dei Poeti per la Provincia di Trapani e per il Comune di Marsala”;
- Ha ricevuto, l’ambito Premio “La ciliegia d’Oro 2017” dal Comune di Chiusa Sclafani;
- Ha ricevuto dall’Ass. Cult. “Muovi l’arte” di Cefalù il Premio Sicilia Antica per le tradizioni siciliane;
- Ha ricevuto il “Premio alla Cultura” alla 1^ edizione del Concorso Letterario “Fogghi mavvagnoti, 2016”, Malvagna (ME);
- In data 19.05.2018 ha ricevuto il Premio alla cultura - Città di Mussomeli;
- Ha ricevuto dal Circolo Culturale Giacomo Giardina di Bagheria il premio “Socialità e Cultura 2018 per la letteratura”;
- In data 30.06.2018 è stato nominato Presidente Rettore dell’Accademia Regionale dei Poeti Siciliani “Federico II” e Referente della provincia di Trapani;
- In data 12.08.2018 gli è stato conferito il “Premio alla Carriera” dal gruppo ANAS di Collesano;
- In data 17.11.2018 ha ricevuto il premio alla carriera dalla Edizioni Atlantide;
- In data 15.12.2018 Premio alla carriera artistica dal Movimento Cristiano Lavoratori di Spadafora;
- In data 29.12.2018 ha ricevuto la Croce al Merito per la Riconquista dalla Real Compagnia della Beata Maria Cristina di Savoia;
- In data 09.03.2019 ha ricevuto dalla R.D.P Eventi di Messina il Premio alla carriera;
- In data 30.03.2019 ha ricevuto dall’Accademia Internazionale di Napoli il Premio della Cultura;
- In data 21.03.2019 ha ricevuto il Premio Maria Fuxia;
- In data 08.06.2019 ha ricevuto dall’Associazione Sviluppo e legalità Giuseppe La Franca di Partinico il “Premio Eccellenza Siciliana 2019”;
- In data 30.06.2019 è stato nominato Socio Onorario dell’Associazione Culturale Euterpe di Jesi (Ancona);
- In data 10.08.2019 ha ricevuto a Bisacquino il Premio Letterario Mons. Giuseppe Petralia Vescovo e Poeta, presieduto dal Prof. Tommaso Romano;
- In data 15.09.2019 ha ricevuto il Premio Speciale “E…state in poesia” 8° Recital Poetico itinerante, organizzato e diretto da Tony Causi;
-In data 12.10.2019 ha ricevuto il Premio alla Carriera dall’Associazione Culturale “La Clessidra” di Partanna (TP) 3° Memorial Giampaolo Accardo;
-In data 19.10.2019 ha ricevuto il Premio per Arte e Cultura dall’Associazione Gruppo Culturale Letterario “Sicilia Cori Miu” di Catania;
- In data 25.10.2019 ha ricevuto il Premio "Ambasciatore della Sicilianità Poetica", dall’Associazione Culturale Centro d’Arte e Poesia “Luigi Bulla”, durante la premiazione del 3° Concorso Internazionale di Poesia “Vita Via Est” avvenuta a Giarre;
- In data 16.11.2019 ha ricevuto il Premio Speciale “AFRICA SOLIDARIETÀ” (miglior opera sul multiculturalismo) dall’Associazione Culturale Euterpe di Jesi (AN);
- In data 30.11.2019 ha ricevuto il “Premio alla Cultura” dalla R.D.P Eventi di Messina;
- In data 03.03.2021 ha ricevuto il mandato di Presidente Provinciale Trapani da parte dell’Accademia di Sicilia di Palermo;
- In data 19.12.2021 ha ricevuto dall’Accademia di Sicilia di Palermo l’ambito Premio Internazionale di Sicilianità “Pigna d’Argento” XXXIII Edizione per “Impegno Culturale”.
Tra le sue opere, più di cento, sono da ricordare i libri già pubblicati:
Libri di Poesie di Salvatore Mirabile
1. “Lo Scriba-Poesie” - Vol. I - Apr. 2013;
2. “Lo Scriba-Poesie-da Chiusa a Marsala” - Vol. II - Giu 2014;
74. “Le pietanze - Tomo IV - Frutta e Verdura - Apr.2020;
75. “Le pietanze - Tomo V - Dolci, Vini e Liquori- Apr.2020;
76. “Ngiurii” - Soprannomi siciliani – Gennaio 2023
Romanzi di Salvatore Mirabile
77. “La storia di Savino - romanzo” - Giu.2014;
78. “Campi d’arare” - Apr.2017;
79. “Le fragole gridavano vendetta” - Dic.2017;
80. “Luna amante generosa” - Dic.2019;
81. "Componimenti di ispirazione orientale" Genn. 2024
Tutti i libri sopraelencati sono stati depositati alla Biblioteca Bombace di Palermo, secondo quanto previsto dalle leggi in materia di pubblicazione.
E-mail al seguente indirizzo:
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Aggiornato al 10.01.2024
Pubblicazioni eseguite da parte del Museo Mirabile Edizioni di Marsala diretto da Salvatore Mirabile dei seguenti autori
1. “Tradizioni popolari” di Antonino Coscino;
2. “Ntra li sdirri” di Rossella Mirabile;
3. “La tela di penelope” di Francesco Camagna;
4. “Le poesie del pozzo” di Pietro Pinzarrone;
5. “La mia scuola” di Vincenza Mistretta;
6. “Riverberi del cuore” di Vitalba Tumbarello;
7. “Ant. Poetica 17 Conc, La Franca” di Billeci;
8. “Riflessioni” di Giuseppe Ganci;
9. “Sotto il ciliegio” di Gina Bonasera;
10. “Plenilunio” di Gina Bonasera”;
11. “Sorsi di caffè” di Gina Bonasera;
12. “Brezza ai margini “di José Russotti - luglio 2022;
13. ”Chiantulongu” di José Russotti - Gennaio 2022 ;
14. “La poesia arcobaleno di colori” di Beatrice Amato - 15.9.22;
15. “Racconti del Peloro” Fiabe e cunti in riva allo stretto di Antonio Cattino - Maggio 2023;
16. “Prima che sia troppo tardi” di Salvatore Pagano - Luglio 2023;
17. “Tra i rovi e le spine” di Nicolò Barone- Settembre 2023;
18. “IV antologia dei poeti” di José Russotti;
Libri da pubblicare di Totò Mirabile
A botta e ribotta;
A li tri paisi Chiusa, Giuliana e Bisacquino;
Arti e mestieri delle famiglie di Chiusa;
Basiliche e chiese di Sicilia;
Canto alla luna – evento;
Catalogo poeti e scrittori;
Catalogo Ragionato dei libri di Totò Mirabile;
Choka;
Cibi di strada;
Componimenti di ispirazione orientale;
Convegno del 23.11.2017;
Cosi d’avutri tempi;
Desideri per il Santo Natale;
Desideri per la Santa Pasqua;
Di … versi – evento;
Di Cara Domenico per libro;
Elogi Poetici;
Epigramma;
Famiglie di Chiusa Sclafani;
Filastrocche di Totò Mirabile;
Gogyoka a specchio;
I Grandi Poeti classici;
I Grandi Poeti italiani;
I Grandi Poeti siciliani;
I Grandi Poeti stranieri;
I Personaggi chiusesi;
I Personaggi marsalesi;
I premiati speciali del Museo Mirabile;
I quadri di Totò Mirabile;
I racconti due di Totò Mirabile;
I santini nel calendario;
Il venticinquennale del Museo Mirabile;
Indovina indovinello;
Indovinelli siciliani;
Inventario Poesie di Totò Mirabile;
La storia con le tavole della dom. del corriere;
LArco della Cultura Lilybetana;
Le abbanniatine;
Le contrade di Marsala;
Le erbe di Sicilia;
Le fiabe;
Le Opere premiate di Totò Mirabile;
Le relazioni di Totò Mirabile;
Le ricette di mamma Paola;
Lo scriba - poesie - bona razza;
Lo Scriba - Poesie - I sonetti;
Lo Scriba – Poesie – le riflessioni riflesse;
Lo scriba – Poesie – Proiezione di sentimenti;
Lo scriba - Poesie italiane – Ermetica;
Lo scriba - Poesie italiane - Rigenerazioni;
Lo scriba - Poesie Siciliane - Il dolceamaro;
Lo scriba - Poesie Siciliane - Mestieri;
Nel ricordo del catechismo di Totò Mirabile;
Nominario;
Opere tradotte in siciliano da Totò Mirabile;
Personaggi della storia siciliana;
Poesie accorpate col M. Puleo;
Poeti nel tempo:
Premiati speciali;
Santo Padre delle Perriere;
Sicilia amara e Sicilia duci tre;
Sicilia;
Strani Pensieri;
Testimonianze al Museo Mirabile di Marsala;
Primi Premi di Poesia
22.09.2013
- Premio al Tempio dei Poeti - 1° Simposio dei Poeti - Museo Mirabile
I papaveri appassiti
Alla vista dei papaveri rossi sui campi di grano
l’umore diventa brillante e la vista si rallegra
sotto il sole cuocente il rosso tra le spighe d’oro
un capolavoro della natura una incantevole pittura.
Eppure il vecchio contadino di buon’ora
con la zappetta in spalla raggiungeva la distesa
del grano cullato dolcemente dal venticello leggero
e curvo sulla schiena iniziava subito a zappettare.
E zappuliannu e scippannu paparina e spatulidda
senza lassari mancu quarchi filu di jina ‘nmezzu
ne treu, trifogghiu o camulei puru si chiuvia di finu
lu lavuri vinìa annittatu comu fussi un mari d’oru.
Onuri e vantu pi lu viddanu un locu chinu di granu
la terra pulita è fruttu di stenti e di ranni sudura
setti cammisi sudati, vagnati e puru assuppati
pi caminari sempi a testa avuta e senza disonuri.
E prima di livari manu e decidiri di mmardari
taliari ca nun ci fussi cchiù nuddu ‘ntunnu
sempri lu primu ad arrivari e l’urtimu a partiri
picchi avianu a sapiri ca era un travagghiaturi.
Che bellezza quei papaveri rossi al mattino
ed al tramonto una tristezza infinita si spargeva
nel vederli in quel campo appassiti e spampinati
però la loro fine aiutava a crescere la nuova vita.
Totò Mirabile
12.06.2016
- Primo Premio - La mia terra è Poesia - Lega Ambiente TP
La mia terra
Ecco la mia terra fatta di luci ed ombre
che non riesce a liberarsi dalle tenebre
impastata con acqua pura e terra imbrunita
diede e da a tutti i natali ed alimenta la vita.
Ecco la mia terra dove vago felicemente
nei sentieri veri ed in quelli della mente
una terra che offre le sue pagine ogni dì
bella è la mia madre terra che resta qui.
Ecco la mia terra avvilita e martoriata
piena di tortuosi sentieri e pure calpestata
rifugio della mia angoscia e delle mie paure
della mia solitudine nelle notti tutte scure.
Ecco la mia terra che mi conforta sempre
ed è davvero la mia luce nelle penombre
perché ritornerò a lei in lontano giorno
per vedere finalmente tutto il suo esterno.
Totò Mirabile.
11.12.2016
- Primo Classificato-Talenti Vesuviani -
Con il libro “Lo Scriba - Poesie”.
25.02.2017
- Primo classificato - La Biglia Verde 2016
Cosi d ‘avutri tempi
E vitti li carrubi lustri nta un cannistru
‘na dicina di prennuli di zorbi appizzati a ‘na canna,
li cutugna torti e pilusi dintra un panaru
e granati russi e spinusi ci nn’eranu ‘na trintina.
Nespuli varvusi e azzalorì!!! Gridava lu mischinu.
Fìcudini gialli, virdi e russi dintra un catu
castagni e pastiglia chi niscìa di li sacchi
cu nuciddri di natali, mennuli e fìcu sicchi.
Parsi allura a mia di riturnari picciutteddru
quannu cuglìa l’infìlamureddra a lu paisi
cu mangiati d'azzalori e mmiaculiddri
e propriu cca, taliati dunni sunnu jittati iddri.
Cchiu luntanu c'era ‘na tavulata di virdura
cu finocchi ammazzunati, cicoria di li vigni,
burranii, sparaci e qualeddru virdi,
mazzi d'origanu, majiurana e sarvia.
Marva e rosmarino sciavurusu!!!
Ogni tantu abbanniava lu murvusu.
E cu si po’ scurdari ddri ciciri fìgurusi
ddri beddri favi chiatti e rispicchiati.
Ma chiddru chi veramenti nun putìa pinsari
era ca stu picciutteddru aranci amari putìa aviri
e quannu mi dissi: Te! Piglia!!!
M’addunai ca eranu aranci maniglia.
Ddru picciottu avìa veramenti un beni di Diu
tanta testa e ddri cosi d'avutri tempi.
Ma chiddru c’avia veramenti, dicu iu
era ca di li minacci nun ci nni futtìa nenti.
Cu accura e affizioni prisintava la mircanzia
e quannu si fici avanti un grossu malantrinu
isa’ li vrazza e ci fici vidiri li mani travagliati
stanchi e caddrusi comu un poviru mischinu.
Cu l’occhi spirdati russi e chini di focu
lu talia’ da testa a li pedi e ci fici signu
di cangiari strata e livarisi di ddrocu
picchì iddru vinnìa senza pagari pignu.
Arristai sbalurdutu di ddru picciottu sfruntatu
e caminannu caminannu mi misi a pinsari
ca forsi li cosi stavanu cangiannu finarmenti
picchì li picciotti d’ora sunnu cchiu viglianti.
Cose d‘altri tempi - Traduzione.
E vidi le carrube lucide dentro una cesta,
una decina di grappoli di sorbole appese ad una canna,
le mele cotogne brutte e pelose dentro un paniere
e melograni con rametti spinosi ce n’erano una trentina.
Nespole d’inverno e azzeruoli! Gridava il poveretto.
Fichidindia gialli, verdi e rossi dentro un secchio,
castagne fresche e secche traboccanti dai sacchi
con nocciole, mandorle e fichi secchi.
Sembrò così a me di ritornare ragazzino
quando raccoglievo le more al paese
con mangiate d’azzeruoli e corbezzoli
e proprio qui guardate dove sono posati loro.
Più lontano c’era un tavolo pieno di verdura
con finocchi a mazzetti e cicoria selvatica,
borragine, asparagi e cavolini verdi,
mazzi di origano, maggiorana e salvia.
Malva e rosmarino odoroso!
Ogni tanto gridava il ragazzetto.
E chi si può dimenticare di quei ceci belli,
di quelle belle fave piatte e sbucciate!
Ma quello che veramente non potevo immaginare
era che questo ragazzo arance amare potesse avere.
E quando mi disse: Tieni! Prendi!
Mi sono accorto che erano arance dolci.
Quel ragazzo aveva veramente un ben di Dio,
tanto cervello e quelle cose d’altri tempi.
Ma quello che aveva veramente, dico io
era che delle minacce non gliene fregava nulla.
Con cura e accortezza presentava la sua merce
e quando si fece avanti un grosso malandrino
alzò le braccia e gli fece vedere le mani di lavoratore
stanche e callose come quelle di un poveretto.
Con gli occhi fuori di se, rossi e pieni di fuoco
lo guardò dalla testa ai piedi e gli fece segno
di cambiare strada e togliersi di mezzo,
perché lui vendeva senza pagare il pizzo.
Rimasi sbalordito da quel ragazzo coraggioso
e camminando camminando misi a riflettere
che forse le cose stavano cambiando finalmente
perché i ragazzi di oggi sono più coraggiosi.
03.05.2017
- Primo Classificato - Concorso Poetico Duonnu Pantu 2017
I FIORI DEL MALE
Paradisi artificiali di amori proibiti e peccaminosi
che danno solo l’illusoria speranza di un conforto
e quando gli effimeri piaceri svaniscono rovinosi
non rimane che la rivolta contro quel Dio storto.
E rimane ultimo il grido dello spirito disperato
la morte come passaggio ad una nuova vita
per farsi ricreare da quel Dio sordo e muto
con una creta di terra cotta non più assopita.
Come un vero poeta maledetto tutto mi da tedio
e sento ancora come un inetto che il vuoto sale
con l’angoscia sempre onnipresente e fastidio
perché queste false realtà sono i fiori del male.
Sensazione fredda di indefinibile angoscia
che mi getta lontano nello sconforto più cupo
e ciò che mi circonda tutto rompe e sfascia
innocente vittima mi ritrovo solo senza capo.
E tu morto illuso che piangi per voler vivere
sotto un cielo senza luce scuro e soffocante
dal quale oramai non è più possibile evadere
la terra m’imprigiona invalidandomi la mente.
Il disordine dei miei pensieri e il caos è tale
che la speranza non trova una via di fuga
e resta incatenata a vita con i fiori del male
e sola nelle tenebre notturne resta e vaga.
Totò Mirabile.
13.05.2017
- IX Premio Internazionale Navarro" di Sambuca di Sicilia (AG)
- concorso indetto da Lions Club, Distretto 108 di YB- Sicilia.
I CANCELLI DI AUSCHWITZ"
E caddero i cancelli di Auschwitz
custodi di un inferno terrestre
dove la bestia umana fu demonio
altro che uomo a immagine di Dio.
Uomini senza dignità e rossore
la vergogna del Dio creatore
che li lasciò liberi di fare del male
e Dio si pente in eterno del suo errore.
E caddero i cancelli di Auschwitz
custodi della più grande crudeltà
che le bestie feroci non hanno
e ci si chiede ancora come successe.
Uomini che uomini non furono
nemmeno folli perché ragionavano
demoni che osarono sfidare Dio
da figli di satana amanti della morte.
E caddero i cancelli di Auschwitz
ricordando ad ognuno di tutti noi
che la potenza di Dio anche tardi arriva
e nessuno potrà sfuggire al suo occhio.
La memoria non si può cancellare
di quegli orrori disumani pregni di morte
di una gravità estrema ed incomprensibile
da far cadere giù i cancelli di Auschwitz.
Salvatore Mirabile
16.12.2017
- 1° Classificato - 2 Concorso Giuseppe La Franca
A Giuseppi La Franca.
Pecuri mansi su o ammaistrati
sempri scantulini di lupi stanati
nunn’era pecura e nimmenu lupu
ca era ‘npinsioni cu’ un sulu scopu.
Un funziunariu fu Giuseppi La Franca
chi àvia lassatu di pocu a banca
pinsà cultivari li so’ beddri terri
e cu li mafiusa ci facìa lu gnorri.
Nun ci vulìa dari terra mancu mortu
a chiddi Vitale ricchi pussidenti
e vinìa taliatu c’occhiu puru stortu.
Pritinnianu terra e casi da genti
e a Partinicu ca si scantavanu
li jurnala e radiu eranu ‘mputenti.
La Franca ‘ncuranti di li gran minacci
anchi ca mustrava di aviri bocci
siguitava iri a li so’ campagni
e propriu picchissu c’iniziaru rugni.
Sta tistardagini ci dava fastidiu
tantu ch’i mafiusa ci tinniru odiu
lu quattru jnnaru du novantasetti
la mafia l’ammazzà facennuci botti.
A Partinicu ci fu granni tirruri
e cu facìa finta d’un capiri nenti
scantatu prigava Santi e Signuri.
E pi sti mafiusi tutti senza scanti
un jornu murennu c’è un pisaturi
e Chistu addettu nun ci nni fa scunti.
18.03.2018
- X Premio Internazionale Navarro
La Villeggiatura
Usanze diverse di vecchi paesani
legate a tante remote tradizioni
e quando l’estate diventava calda
la contadina diventava spavalda.
Preparava presto tutto l’occorrente
e salutava gli amici e ogni parente
e a cavallo d’asina iniziava il viaggio
per raggiungere il nuovo alloggio.
Lungo la strada i canti delle cicale
il sole infuocato sempre anormale
e raggiungendo il vecchio casolare
scaricava la miseria ormai secolare.
Scaricava la ricchezza dei suoi figli
e presto preparava a loro i giacigli
per affrontare bene quella nottata
perché la villeggiatura era iniziata.
L’uomo nel mietere e fasciare
e donne e bambini a spigolare.
Quella si che era una villeggiatura
perché si cantava senza premura.
Villeggiatura fatta di tanti sacrifici
gioia e allegria se arrivavano amici
e finita presto la stagione del grano
iniziava quella dell’uva per il vino.
Passava presto la giornata dura
ma anche quella era villeggiatura
e senza accorgersene le olive folte
erano pronte per essere raccolte.
E quando tutto era ben conservato
olio, vino e frumento immagazzinato,
finiva la villeggiatura e tanta allegria,
e l’asina contenta tornava a casa sua.
Quella fu, si, una bella villeggiatura
e oggi si cerca la bella abbronzatura
si dice addio alla casa di montagna
e si preferisce il mare alla campagna.
Le cicale cantano ora senza applausi,
aspettano che tornino i vecchi usi
e le lucertole di essere accarezzate
da natura bella come quella estate.
18.01.2019
Primo classificato - PM Management Partinico
LA STRAGGI DU PANI. (1944)
1. Na spùntania pacifica sciupirata
di genti viulentimenti affucata
cu muschetti e puru bummi a manu
di surdati di l’esercitu ‘talianu.
Tuttu si svurgìu prestu nta ‘na mangiata
di cincu secunni dda gran matinata
o palazzu Cumitini sempri fermu
di la via Maqqueda città di Palermu.
Lu millinuvicentuquarantaquattru
lu diciannovi ottubbri parìa scartru
ma fu granni traggedia e fu juvidìa.
Di la Sicilia libbirata ca chiuvìa
ci foru firiti tra manifestanti
persiru vita vintiquattru nuccenti.
2. Du’ fimmini e tanti poviri figghi
c’addumannavanu pani e travagghi
straggi tinta pu populu sicilianu
doppu lu sbarcu ‘ngrisi e ‘miricanu.
‘Na carnificina tinta pi crudirtà
ca nun si la scorda tutta l’umanità
ma la tinturìa e la vriogna fu tanta
ca nuddu ci cridissi si nun si cunta.
E prestu misiru tuttu a tacìri
pi scurdarisi la genti lu dispiacìri
ca misiru in motu ‘n’operazioni.
Pa mimoria faricci cancellazioni
tantu ca ammugghiarunu l’indagini
e scrissiru virità nta du’ pagini.
3. U jiornu du diciannovi ottuviru
prutistava lu populu chiù poviru
cu muvimentu siparatista jiuntu
ca du Statu vulìa raggiuni e cuntu.
Fimmini e picciriddi cu picciotti
prucidianu facennu scrusci e botti
genti vinuta di lu centru storicu
nta ‘na dimustranza di populu ‘roicu.
‘Na tinta pagina di la nostra storia
ca a mizziornu di la chiazza Pritoria
lu curteu partiu versu la prifittura.
Pacificamenti e senza primura
li sciuperanti jianu nta lu Prifettu
gridannu cu vuci un coru pirfettu.
4. P’essiri pagati adiguatamenti
cu pani e travagghiu principarmenti
li chiù ‘ncazzati ‘mpugnavanu furcuna
c’un curteu chinu e chinu di pirsuna.
Truvaru ‘n prifittura puliziotti
ma cu trenta carrabbineri picciotti
li sciupiranti tutti cristiani boni
però mancava lu Prifettu D’Antoni.
E l’autu Cummissariu Ardisiu puru
eranu fora città ca si ‘ncazzaru
e ‘na pocu di ddi nirvusi pinsaru.
E a pitrati li purtuna pigghiaru
di ddi negozi chi chiusiru battenti
ma tuttu si svurgìa pacificamenti.
5. Ammatula dumannavanu rispettu
e di parlari cu lu Viciprifettu
ca scantatu di dda genti affamata
fici certamenti ‘na grossa minchiata.
‘Nveci di ddi gran dispirati carmari
pinsà rivorgisi a li militari
ca pinnianu du prisidiu sicilianu
e ‘ntirvinni l’esercitu italianu.
La richesta fu accittata cavuda
du cumannu militari da Sabauda
ca fu allarmatu ‘nta li matinati.
E da caserma parteru li surdati
cinquantatri surdati li cchossà sardi
cu fucili e cartucci sti gran bardi.
6. Cu du bummi si misiru a marciari
pi la via Maqqueda subitu sgumbrari
la fudda ca s’avìa fattu veru assai
cu quattrumila affamati cu tanti guai.
A li Quattru Canti tiraru pitrati
ma ‘plaudianu ‘o passaggiu di surdati
ma iddi si ‘ntisiru sfuttuti puru
e sti militari si prioccuparu.
Picchì tanti disoccupati jiungìanu
ma la fudda nun avìa armi ‘n manu
ma criò pi veru ‘na tinta situazioni.
P’allarmari tutti di priuccupazioni
ca davanti o palazzu Cumitini
supra la fudda ci foru sparatini.
7. Ubbidennu a lu cumannu precisu
di pigghiari fucili e fari usu
spararu a la genti ‘mmediatamenti
pi fari scappari chiddi sciuperanti.
A via Maqqueda ci fu sangu e botti
fu carnificina cu sangu a frotti
e li strati ca eranu dda vicini
parsiru comu macelli clandistini.
Ci foru centucinquantottu firiti
vintisei morti e militi sfriggiati
e lu pumiriggiu vinniru pumperi.
Ca ddu sangu appiru a puliziari
cu tanti spruzza d’acqua veru putenti
pa vita cancillari a ddi nuccenti.
8. A scurata stissa a manu a manu
fu procramatu lu luttu cittadinu
ma ddi morti gridanu forti ancora
e cercanu sempri travagghiu tutt’ora.
Pani e travagghiu da terra si voli
‘nta la Sicilia sempri spunta lu suli
e cu ‘a putiri puru iddu mori
pani e travagghiu arricrìa lu cori.
Cu è saziu nun capisci l’affamatu
e cu è riccu nenti mai à spartutu
picchissu s’àvi a prutistari forti.
Ca gridanu vinnitta tutti ddi morti
ddi picciotti ca vulianu sulu pani
c’u travagghiu è dirittu di cristiani.
TRADUZIONE LA STRAGE DEL PANE
1. Una spontanea pacifica scioperata
di gente violentemente soffocata
con moschetti e pure bumbe a mano
di suldati dell’esercito italianu.
Tutto si svose presto in una mangiata
di cinque secondi quella mattinata
al palazzo Comitini sempre fermo
della via Maqueda città di Palermo.
Il millenovecentoquarantaquattro
il diciannove ottobre parea scaltro
ma fu una grande tragedia e fu giovedì
Della Sicilia liberata e pioveva
ci furono feriti tra manifestanti
e persero vita ventiquattro innocenti.
2. Due donne e tanti poveri figli
che chiedevano pane e lavoro
strage brutta per il popolo siciliano
dopo lo sbarco inglese e americano.
Una carneficina brutta per crudeltà
che non se la scorda tutta l’umanità.
ma la cattiveria e la vergogna fu tanta
che nessuno ci crede se non si racconta.
E presto misero tutto a tacere
per dimenticare la gente il dispiacere
e misero in moto un’operazione.
Per la memoria fare cancellazione
tanto che chiusero presto le indagini
e scrissero verità in due pagine.
3.Il giorno del diciannove ottobre
protestava il popolo più povero
con movimento separatista giunto
che dallo Stato voleva raggione e conto.
Donne e piccolini e ragazzotti
procedevano facendo scrosci e botti
gente venuta dal centro storico
in una dimostranza di popolo eroico.
‘Na brutta pagina della nostra storia
che a mezzogiorno dalla piazza Pretoria
il corteo parti verso la prefettura.
Pacificamente e senza premura
gli scioperanti andavano dal prefetto
gridando con voce un coro perfetto
4. Per essere pagati adeguatamente
con pane e lavoro principalmente
i più incazzati impugnavano forconi
e con un corteo pieno pieno di persone.
Trovarono in prefettura i poliziotti
ma con trenta carabinieri picciotti
gli scioperanti tutti cristiani buoni
però mancava il prefetto D’Antoni.
E l’alto Commissario Ardisio pure
erano fuori città e s’incazzarono
e alcuni di quei nervosi pensarono.
E a pietrate i portoni presero
di quei negozi che chiusero battenti
ma tutto si svolgeva pacificamente.
5. Invano domandavano rispetto
e di parlare con il viceprefetto
che impaurito da quella gente affamata
fece certamente una grossa minchiata.
Invece di quei gran disperati calrmare
pensò rivolgersi ai militari
che dipendevano dal presidio siciliano
e intervenne l’esercito italiano.
La richiesta fu accettata calda
dal comando militare Sabaudo
che fu allarmato nelle mattinate.
E dalla caserma partirono i soldati
cinquantatré soldati per lo più sardi
con fucili e cartucce sti gran baldi.
6. Con due bombe si misero a marciare
per la via Macqueda subito sgombrare
la folla che s’era fatta davvero troppa
con quattromila affamati con tanti guai-
Ai Quattro Canti tirarono pietrate
ma applaudivano al passaggio dei soldati
ma questi si sentirono sfottuti pure
e questi militari si preoccuparono.
Perché tanti disoccupati giungevano
anche se la folla non aveva armi in mano
ma creò davvero ‘na brutta situazione.
Per allarmare tutti di preoccupazioni
e davanti al palazzo Comitini
sopra la folla ci furono sparatine.
7. Ubbidendo al comando preciso
di prendere i fucili e farne uso
spararono alla gente immediatamente
per far scappare quei scioperanti.
In via Maqueda ci fu sangue e botti
fu carneficina con sangue a flotte
e le strade che erano là vicine
parsero come macelli clandestini.
Ci furono centocinquantotto feriti
ventisei morti e militi sfregiati
e il pomeriggio vennero i pompieri
Quel gran sangue dovettero pulire
Con tante spruzzate d’acqua davvero forti
Per la vita cancellare a quei innocenti.
8. In serata stessa a mano a mano
fu proclamato il lutto cittadino
ma quei morti gridano forte ancora
e cercano sempre lavoro tutt’ora.
Pane e lavoro dalla terra si vuole
in Sicilia sempre spunta il sole
e chi ha potere pure lui muore
pane e lavoro arricchisce il cuore.
Chi è sazio non comprende l’affamato
e chi è ricco niente mai ha spartito
per questo si deve protestare forte.
Perché gridano vendetta tutti quei morti
quei ragazzi che volevano solo pane
perché il lavoro è un diritto per le persone
01.03.2019
- Primo Premio - Università Ponti
Matri mia, patri miu
Matri:
Oh figghiu miu beddu di lu me cori
cuntenta sugnu puru s’un vinisti
lu sacciu ca mi pensi e m’adori
nun t’attristari ch’iu nun sugnu tristi!
Si nta la me tomba nun ci su’ ciuri
pocu cunta ca sacciu lu to’ beni
e sugnu certa di lu to’ amuri
li ciuri su’ nenti, nun fari peni.
Di luntanu m’arriva lu to’ ciatu
sentu la to’ manu chi m’accarizza;
lu marmu senza sciuri è quadiatu.
M’abbasta d’u to’ pinseri ‘na stizza
tu statti cuntentu, figghiu amatu,
è festa… lassa stari st’amarizza!
Figghiu:
Pirdunami matri mia biniditta
iu ‘un ‘aiu propriu paci pi sta festa;
la nostra fu ‘na sorti maliditta
e tanti pinsera mi vennu ‘n testa.
Pensu a quannu truvava lu cestu
cu dintra granati e pupaccena,
caramela carrubba e lu restu
e mi pigghiu di collira e pena.
Nun mi pozzu dari paci matri mia
e ti chedu pirdunu comu tannu
quannu scappatu mi persi pi la via.
Ma statti tranquilla t’arraccumannu
ca prestissimu fazzu n’acrubbazia
li sciuri ti portu ma nun t’i mannu.
Patri:
Si a to’ matri ti arrivurgisti
puru iu sintivu lu to’ lamentu
e mi dispiaci si ti rattrististi,
però, è troppu stu to’ patimentu.
Senti a to’ patri comu ‘na vota,
nun cuntanu li sordi e li ciuri
cunta l’amuri ch’avisti pi dota
picchì è ‘mpurtanti lu to’ amuri.
Chista è ‘na festa p’arricurdari
e a natri du’ basta lu pinseri
perciò sta’ tranquillu nun t’abbiliari.
Cuntanu sulu li boni maneri,
boni azioni e bonu parlari!
Li ciuri portali cu lu pinseri.
Figghiu
Commossu sugnu pi stu to’ parlari
nun mi li scordu ddi cannistri chini
ddi pupiddi di zuccaru di liccari
e caramela dilizia di li bammini.
Patri ti parlu cu lu cori ‘n manu
ca di tia mai mi separai stai certu
e si stu jornu iu sugnu luntanu
un disaggiu ‘nfinitu iu avvertu.
Nun trovu nenti chi mi fa carmari
e provu sulu murtificazioni,
nenti c’eni chi mi po’ cunfurtari.
A vatri dugnu la me affezioni
picchì iu nun vi pozzu mai scurdari
e v’addumannu la binidizioni.
Madre mia, Padre mio
(Traduzione)
Madre:
Oh figlio mio bello del mio cuore
contenta sono anche se non venisti
lo so che mi pensi e mi adori
non ti rattristare ‘ché io non son triste!
Se nella mia tomba non ci sono fiori
poco importa perché so del tuo bene
e sono certa del tuo amore
i fiori non contano, non appenarti.
Da lontano mi è arrivato il tuo fiato
sento la tua mano che m’accarezza;
il marmo senza fiori è riscaldato.
Mi basta del tuo pensiero una goccia
tu stai contento, figlio amato,
è festa, lascia stare questa amarezza.
Figlio
Perdonami madre mia benedetta
io non ho proprio pace per questa festa;
la nostra è stata una sorte maledetta
e tanti pensieri mi vengono in testa.
Penso a quando trovavo il cesto
con dentro melograni e “pupidolci”,
caramelle carruba ed altre cose
e mi prendo di cruccio e pena.
Non mi posso dare pace madre mia
e ti chiedo perdono come allora
quando fuggitivo mi persi per la via.
Ma stai tranquilla ti raccomando
che prestissimo faccio un’acrobazia
i fiori te li porto, ma non te li mando.
Padre:
Se a tua madre ti sei rivolto
Pure io ho sentito il tuo lamento
e mi dispiace se ti rattristi,
però, è troppo questo tuo dolore.
Senti a tuo padre come una volta,
non contano i soldi e i fiori
conta l’amore che avesti per dote
perché è importante il tuo amore.
Questa è una festa per ricordare
e a noi due basta il pensiero
perciò stai tranquillo non vare bile.
Contano solo le buone maniere
le buone azioni e buon parlare!
I fiori portali col pensiero.
Figlio:
Commosso sono per questo tuo dire
non me li scordo quei cesti pieni
quei pupetti di zucchero da leccare
e caramelle delizia dei bambini.
Padre ti parlo con il cuore in mano
perché di te mai mi separai, stai certo
e se questo giorno sono lontano
un disagio infinito io avverto.
Non trovo nulla che mi fa calmare
e provo soltanto mortificazione,
niente c’è che mi può confortare.
A voi dono la mia affezione
perché io non vi posso mai scordare
e vi domando la benedizione.
01.03.2019
- Primo Premio - Università Ponti
Efesto il vulcano
Oh! Vulcano dio del fuoco e dell’armeria,
abile fabbro e protettore della metallurgia,
figlio di Era e forse di Zeus, grande Efesto,
il più brutto tra tutti gli dei dal cor mesto.
A causa della infermità sin dalla nascita,
tua madre vergognandosi della crescita
si sbarazzò di te buttandoti dall'Olimpo
e tu cadesti nell'Oceano come un lampo.
Teti ti raccolse con grande generosità
con sua figlia Eurinome piena di bontà
e cresciuto con tanto ferro da forgiare
di tua madre ti hai voluto vendicare.
E fu memorabile il trono d'oro costruito
e le catene leganti a chi vi si fosse seduto
destinato a tua madre Era la scriteriata
e la madre sedutasi restò imprigionata.
Per liberare la dea, ignara di quel segreto,
tanti dei dell’Olimpo ti hanno richiamato
ma ti rifiutasti non riuscendo a perdonare,
perché la madre il figlio non lo può gettare.
Ma con inganno Dionisio ti fece ubriacare
e sull’Olimpo a cavallo d’asino ti fece entrare
e liberasti la madre per porre fine alla lite
ma in cambio pretendesti di sposare Afrodite.
Però l’unione tra il brutto di ogni tempo
e la divinità più bella delle belle dell'Olimpo
risultò essere infelice, anzi fu tanto dolorosa
e presto Afrodite iniziò una tresca amorosa.
Ed all'insaputa di te, Efesto rude ed ingegnoso,
Afrodite amoreggiava con Ares avventuroso
ma dio sole Helios ti accese in testa la fiaccola
e tu inventasti la rete invisibile per trappola.
Sistematala sul letto di Afrodite con luci soffuse
quando Ares si unì ad Afrodite la rete si richiuse,
immobilizzando i due amanti e arrivati gli dei
videro così lo spettacolo di quei nudi corpi rei.
Oh! Efesto che prediligi i vulcani non forgiare
più armi e licenzia i Ciclopi e di loro non abusare
fa che la gente del mondo dimentichi la guerra
e finalmente possa stare in pace in questa terra.
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Aggiornato al 20.01.2024
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Ultimo aggiornamento Mercoledì 06 Marzo 2024 18:01