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Terzo Quarto PDF Stampa E-mail
Scritto da Totò Mirabile   
Sabato 15 Gennaio 2011 08:51

Alcune poesie

A DENISE

Vulissi azzuffari  l’aquila riali
p’addumannaricci dunn’era juta
quannu ddra picciridda mazzarisa
c’un furbu ‘ngannu fu pigliata.

Dunneri quannu dda mischina
chiangia scantata scantata
mentri vulavi  avuta la matina
e a chisti ‘un tirasti na pitrata?

Circavi mangiari pi li to aquilotti
e ora  sta mischina di so matri
chi nni fa di sti  scrusciusi viscotti
c’addivintaru cchiù duri di li petri.

E cu farina e lacrimi so matruzza
ogni jornu viscotta e pani mpasta
aspettannu pi fari festa a la figliuzza
e all’aquila riali chi partiu lesta lesta.

L’angiuliddi  cercanu ogni vanedda
e Gesuzzu nascennu mezzu  un voscu
la putissi cunsignari a l’aquila bedda
pi mangiari pani e meli cu latti friscu.

Totò Mirabile                   

A GIORNI ALTERNI

Una figura ancora giovane
tanto da sembrare una ragazzina
una bella donna sbarazzina
con un forte temperamento
tanto misteriosa quanto irregolare
piena di fatiche familiari
con mille strani modi di vedere
semplice e garbata con chi vuole
forte di esperienze transennate
per allontanare grandi pericoli
ed insidie ben nascoste
anche capace di amare
quando è certa di volere bene
specialmente se chi ama
l’ama anche a giorni alterni
in un piacevole avvicendarsi
di grandi emozioni.
 
Totò Mirabile                   

A MIMI’

Perchè te ne sei voluta andare
eri così grande eppure sei andata via
perchè non sei più quì con noi
a passare insieme le serate d’estate
perchè non odo più la tua viva voce
e mi accontento solo dei ricordi.

Perchè, perchè Mimì?

La mia chitarra non suona come prima
e le sere  sono diventate lunghe e tristi
se si canta tra amici si pensa solo a te
e col pensiero ritorni in mezzo a noi
ti vedo bella con quegli occhioni scuri
con quell’espressione unica e seduttrice.

Perchè, perchè Mimì?

Le sere con la tua musica che suonava
il tuo canto mi rapiva portandomi lontano
i versi delle canzoni  sono la tua poesia
e riaffiorano ricordi che ci facero sognare
anch’io camminai sulle spalle di mio padre
e giocai in quella giostra sotto casa nostra.

Perchè, perchè Mimi?

Totò Mirabile                   

A NIENTE E A NESSUNO

Hanno ucciso un uomo
con una super dose di droga:
a niente e a nessuno giova
e l'han portato via.
Hanno ucciso un cavallo
con una gamba fuori uso:
a niente e a nessuno giova
e l'han portato via.
Hanno ucciso una rondine
intenta a fare il suo nido:
a niente e a nessuno giova
e l'han portata via.
Hanno ucciso una tartaruga
arenatasi sulla spiaggia:
a niente e a nessuno giova
e l'han portata via.
Hanno ucciso l'aria
con ciminiere di fumo:
a niente e a nessuno giova
e l'han portata via.
Hanno ucciso un ideale
con il lavaggio del cervello:
a niente e a nessuno giova
e l'han portato via.
Hanno ucciso il paesaggio
con nuove architetture:
a niente e a nessuno giova
e l'han portato via.
Hanno ucciso la libertà
con grosse e pesanti catene
a niente e a nessuno giova
e l'han portata via.
E' arrivata la morte
con la falce in pugno
a niente e a nessuno giova
e sono stati portati via.

Totò Mirabile  
                
A TE MI RIVOLGO FANCIULLA

A te mi rivolgo fanciulla
per dire che l’amore mio per te
é tanto grande quanto speciale
da non poterlo descrivere
perché molti fogli occorrerebbero
per scolpirlo sulla carta
e tutto l’inchiostro del mondo
non basterebbe per riempire
i calamai del mio cuore.

A te mi rivolgo fanciulla
per dirti che ti voglio bene
in un modo unico e nuovo
lieve per sfiorarti e forte per graffiarti
così da entrarti dentro al cuore
per poi salire fino alla testa
e finalmente avere la certezza
che hai capito che sarò vero
tutte le volte che ti dirò ti amo.

A te mi rivolgo fanciulla
per dirti che non si sfugge al sole
e per nessuna cosa al mondo
potrai fuggire dal mio amore
perché  quel sole di ogni giorno
appeso alla parete del tuo cuore
illumina il sentiero della nostra vita
in questo misterioso grande mondo
dove magico appare il nostro ti amo.
             
Totò Mirabile                   

ACQUA FONTE DI VITA

Dopo la grande fatica
giova bene un po’ di ristoro
e quante volte dissetarsi
con quell’acqua pura
di Montescuro
e ripetere sempre
dopo aver bevuto
" Acqua fonte di vita ".
La fonte non sgorga più quell’acqua
e la vita se n’è andata via.
In silenzio e senza disturbare
ci lasciò all’improvviso.
Io non lo potrò dimenticare mai
perchè tutte le volte
che bevo un sorso d’acqua
alla fine ripeto sempre
quello che diceva lui
" acqua fonte di vita "
e se certe volte
non lo dico ad alta voce
ripeto ugualmente dentro di me
dopo un sorso d’acqua
" acqua fonte di vita ".
E resterà così per sempre
scolpito nella mia mente.

Totò Mirabile                   
                                             
ALLA SIGNORA MOGLIE MIA

Un letto da rifare
scarpe da lucidare
vestiti da spazzolare
uno stomaco da riempire.
Che brava è la moglie mia!
Uscire poi la mattina
una corsa in automobile
entrare a scuola
una classe da istruire.
Che cara è la moglie mia!
Salutare gli scolari
un'altra corsa in automobile
posteggiare giù in garage
riabbracciare il suo fiore.
Che angelo è la moglie mia!
Sciorinare la biancheria
dar di straccio al pavimento
spolverare i soprammobili
approntare da mangiare.
Che fiore è la moglie mia!
Una tavola da imbandire
una porta da aprire
un bacio alla mia guancia
una cena da servire.
Che grande è la moglie mia!
Gran pazienza ad ascoltare
infermiera per curare
una madre molto attenta
una mamma assai contenta.
Che donna è la moglie mia!
Sorbirsi arrabbiature
consigliare a tempo giusto
risparmiare per cose buone
in silenzio quando è burrasca.
Che compagna è la moglie mia!
Sorridere alla malinconia
con allegria alla tristezza
con saggezza alle questioni
con dolcezza le proposte.
Che amica è la moglie mia!
Un amore da soddisfare
stare attenta a procreare
una bocca da baciare
una carezza da esprimere.
Che amore è la moglie mia!
Quante cose è mia moglie
il mondo è piccolo per poter dire
tutto ciò che è la moglie mia!
Totò Mirabile                   

CANTO

Canto al vento come a te
ma oggi non c’è vento,
tu sei andata via e non ci sei,
e così mi chiedo perché canto.
Spero che il canto ti raggiunga
e ti trovi finalmente diversa
disponibile ad ascoltare
perché è da tanto che ti parlo
ma tu non mi  ascolti
e dopo frantumato il canto
raccogli quelle piccole note
per custodirle dentro il tuo cuore.

Totò Mirabile                   

CENERE

Cenere rimane dei miei progetti
ho sciupato la legna e anche il fuoco
e sono rimasto al freddo
tanto che ora mi tremano le mani.
Vorrei mordere le mie frenetiche mani
perchè mi sono perso in mezzo agli altri
e sono rimasto disperatamente solo
grido ma ormai non mi sente più nessuno.
Tutto è andato velocemente via
non mi rimane nulla forse nemmeno loro
ma una cosa è certa che lotterò ancora
fino alla morte per non morire prima.
Cenere rimarrà del mio corpo
di ciò che ho fatto e di ciò che volevo fare
e sono io oppure non sono stato mai
che importa ho vissuto anch’io.
                     
Totò Mirabile 


CHIEDERSI PERCHÉ

Chiedersi perché aver voglia di ritornare
di andare su e giù per viottoli ombrati
da alberi secolari che leggermente piegano
i rami al venticello fresco e impertinente.
Chiedersi perché aver voglia di risentire
l'antico profumo dell'oleandro in fiore
che disperde i petali dei suoi fiori
per creare un tappeto sotto ai miei piedi.
Chiedersi perché aver voglia di i tramonti
a volte grigi e a volte assolati a seconda
degli umori di ingenui giovanetti
che con l'ultimo nibbio sognano di volare.
Chiedersi perché aver voglia di ricamminare
Su quella neve candida che lentamente si scioglie
e corre verso il fiume che festoso l'accogli
e con note ritmiche dell'acqua spumeggiante.
Chiedersi perché aver voglia di risentire
il suono delle campane di quei alti campanili
che parlavano tra loro e nello stesso tempo
ci parlavano e ci raccontavano la storia.
Chiedersi perché aver voglia di correre
correre e ritornare indietro per ricominciare
riprendere ciò che si ha lasciato incompleto
anche se poi non sarà mai terminato.
Chiedersi perché aver voglia di svoltare
girare la chiave e aprire la propria casa
a tutti coloro che bussano o non bussano
e agli altri aver voglia di andarli a cercare.

Totò Mirabile       

CIO’ CHE SI HA

Spesso accade di pensare se ciò che si ha sia reale
o se invece sia frutto di pura e semplice fantasia
che ci illude di avere  raggiunto  lontanissime  mete
falsificando così dimensioni, spazi e tempi definiti.

Ciò che si ha potrebbe quindi risultare essere falso
e prendere coscienza all’improvviso di ciò che si ha
potrebbe essere deludente specialmente nel finale
di una farsa  vissuta e recitata a tutti spudoratamente.

Non serve piangere e manco ridere semmai soffrire
e in silenzio osservare il sole splendere di giorno
e scrutare le stelle la sera oppure l’argentea luna
credendo che sia tutto vero senza ombra di dubbio.

Invece se d’improvviso spunta il dubbio della realtà
occorre osservare le cose avendo rispetto del silenzio
proprio per raggiungere sereni la magica soluzione
dopo aver pregato per lei e lasciata l’incertezza.

Totò Mirabile       

COME IL TUO AMORE

Come una meteora
che improvvisa appare
e subito si perde nel ciclo.
Come una stella d'agosto
che scende senza avvisare
e subito scompare.
Come una freccia
che parte all'impazzata
e si ferma di colpo sul bersaglio.
Come una fitta
che procura dolore lacerante
e lo senti alleggerito all'istante.
Come un fulmine di notte
che illumina il cielo
e in un attimo scompare nel buio.
Come una saetta che velocemente
arriva quasi prima di partire.
Come te,
come il tuo sorriso,
come le tue fredde mani,
come il tuo amore
che è subito finito all'improvviso
prima ancora di essere cominciato.

Totò Mirabile       


COOPERATIVA LILYBEO
NEL RICORDO DEI SUOI VENTICINQUE ANNI

Si fici na riunioni pi fari sta cooperativa
e cu stu pinseri nuddu supra ci durmiva
allura cu ddu cosa bona chi fu Ginu Buffa
ca pi cooperazioni avia na menti lustra
arrivati ca si era a lu  capu Boeo
la  chiamamu  Ortoflorofrutticola lilybeo.

Era lu dudici maggiu di lu settantottu
un annu furtunatu  anchi picchi era picciottu
quannu trasemu nta lu nutaru  Grecu
ca pi luci nun facia tantu sprecu
e doppu na siritina d’aspittari
tutti cuntenti l’attu emu a firmari.

Lu Presidenti fu Masi Figlioli, si iddu!
Ha statu iddu, è iddu, fortissimamenti  iddu.
A li soci l’ ha tinuti  sempri stritti stritti
e a unu a unu mi li  ricordu quasi tutti
li consiglieri hannu cangiatu pi la via
ma di sicuru  ricurdamu tutti Vitu Pavia.

Lu cullegiu sindacali puru iddu ha cangiatu
ma lu presidenti Mirabile ha statu riconfermatu
e li soci fondatori di quartordici ca eranu
di la cooperativa nostra beni nni parlavanu
s’allargaru tutti e purtaru tanti soci e tanti
tutti travagghiatura, onesti e brava genti.

Cu consulenti, operai e ragiunera
strata n’hamu fatta finu a sta sira
e ancora tanta n’hamu a fari
forza curaggiu nunn’hamu a firmari
e parlamu di la nostra esperienza  a tutti
di li cosi beddi e di li cosi brutti.

Sta sira però lassatimillu diri
ham’a essiri cuntenti e festeggiari
nun pinsamu a nenti e stamu  in allegraia
e senza vuliri abbusari di la vostra cortesia
chiudu stu discursu e gira gira
tanti auguri a tutti e bona sira.

Totò Mirabile       

COSI D’ATRI TEMPI

E vitti li carrubi lustri nto cannistru,
na dicina di prennuli di zorbi appizzati a na canna,
li cutugna torti e pilusi dintra un panarcu,
e ranati russi e spinusi ci nneranu na trentina.
Nespuli varvusi e azalorì ! Gridava lu mischinu.
Fìcurini gialli, virdi e russi dintra un catu,
castagni e pastiglia chi niscia di li sacchi
cu nuciddi di natali e tìcu sicchi.
Parsi allura a mia di ritumari picciutteddu
quannu cuglia li nfìlamuredda a lu paisi
cu mangiati d'azzalori e mmiaculiiddi
e propriu ccà, taliati runni sunnu ittati iddi.
Cchiù  luntanu c'era ‘na tavulata di virdura
finocchi ammazzunati, cicoria di li vigni,
burrani, sparaci e qualeddu virdi
mazzi d'origanu, majurana e salvia.
Marva e rosmarino sciavurusu/
Ogni tantu abbanniava lu murvusu.
E cu si li pò scurdari ddi ciciri fìurusi,
ddi beddi favi chiatti e rispicchiati.
Ma chiddu chi veramenti nun putia pinsari
ca stu picciutteddu aranci amari putia aviri
e quannu mi dissi: te! Piglia!
Maddunai ca erano aranci maniglia.
Ddru picciottu avia veramenti un beni di Diu,
ma chiddu c'avia veramenti era la testa,
li manu e ddri cosi d'atri tempi.

Totò Mirabile                   

E’ TARDI.

E’ tardi
adesso non c’è più tempo
c’è confusione
ma perché è tardi
e  non c’è più tempo
Forse abbiamo sprecato il tempo
e ci restano pochi attimi
quelli per dirci solo ti amo.

Totò Mirabile                   

FIGLIA MIA TI ESORTO

Per qualsiasi ragione al mondo
non arrenderti mai di fronte
a tutte le difficoltà della vita.
Se in maniera schietta
scruti attentamente la mia,
essa non è stata un cammino agevole
cosparso di fiori,
liscio come il vetro di cristallo,
bensì pieno di mille ostacoli.
Quanti dolori, quanta solitudine,
quanta tristezza con momenti
in cui veniva a mancare persino
la speranza e la certezza del domani.
Quante schegge ho tolto
pazientemente alle mani mie
e quante volte mi sono leccato
le mie profonde ferite.
Come farti capire
che ciò che sembra facile e bello
spesso trascina
in un abisso oscuro e profondo,
in un abisso dove non c'e'
nulla e nessuno
e da cui è quasi sempre
impossibile uscire fuori.
Le avversità della sorte
non sono una condanna
e se inciampi al primo gradino
della lunga scala non ti fermare
e supera con slancio gli ostacoli
e come me combatti con grande vigoria
per raggiungere dignitosamente
il tuo destino.

Totò Mirabile

FINGERE

Vedersi sempre ogni mattina
enza poter parlare di noi
e far finta di non sentire
quando batte forte il cuore.
Cosa pensa la tua testolina
lo nascodi in continuazione
quando stai con altra gente c
he di certo non mi è sapiente.
Come un fulmine accecante
travolgesti la mia persona
demolendo il mio cantiere
ruderi le mie costruzioni.
Ciò che accadde è stato vero
proprio quel giorno fui felice
e te l'ho sussurrai a bassa voce,
per restare solo con noi.
Basta poco per star felici
un  bacio dal lieve profumo
sfiorarti il viso con le labbra
la timidezza e il tuo sorriso.
Perché non ti ho vista prima?
Questo poco resterà per sempre
e se poi diventasse niente o assai
sarà tutto ma non mi basterà mai.

Totò Mirabile                 

FRENETICI

Parlavano sottovoce per non disturbare
intuivo dai gesti e dalle espressioni del viso
che ormai non c’era più niente da fare.
Del resto era chiaro e tutti lo sospettavano
a causa dell’aggravarsi  della malattia.
Non era stata come una bella passeggiata
di quelle belle passeggiate primaverili
quando tutto rinasce e si veste di color rosa,
come se si andasse proprio ad una bella festa.
Ma chi dice che era arrivata la sua ora?
Chi può dire che non c’è più niente da fare?
E se forse si sbagliassero e non fosse vero?
Tanti perchè, tanti dubbi mi assalirono
e mi trascinarono incatenandomi alla speranza
la quale è vero che è l’ultima a morire.
E mentre ero avvolto da tanti perchè
vidi loro frenetici correre al capezzale
vidi loro frenetici in preda alla disperazione
vidi loro frenetici presi dalla paura
vidi loro frenetici piangere e gridare.
Questa volta fu proprio vero
quel raggio di sole che gli sfiorò il viso
fu per lui il suo ultimo raggio di sole
e per me fu egli il primo a morire.

Totò Mirabile                 

GENTE DI COLORE

Gente di strada
gente di stracci
gente che chiede
gente agli incroci
gente girovaga
gente vagabonda
gente sbarcata
gente clandestina
che mette
ogni giorno
un po’ di speranza.
Quella gente siamo noi
noi un po’ diversi
un po’  maldestri
gente di colore
senza diritto di essere
chiamata gente
gente che non è gente.

Totò Mirabile    

GERSUMINA

Fora l’acqua chiuvia lenta lenta
comu si lu celu chiangiri vulissisi
ca ddra ranni  valigia fussi pronta
accussì  prestu prestu si partissi.

Gersumina Gersumina mia beddra
tu nica mi lassasti senza salutari
e nun sunò cchiù la campaneddra
tantu ca pi mia fu inutili aspittari.

E quannu t’attruvai ormai crisciuta
cu tanti biddizzi di farimi  ncantari
ti dissi di nun stari mai scuraggiuta
picchì nun ti fazzu cchiù scappari.

E la siggitedda c’arricordu mi lassasti
e ddri bigghi tunni di vitru ca iu ti resi
arristaru  né ccà e né ddrà  si ripartisti
circannuti rifuggiu  rintra  atri chesi.

E tra lacrimi e picchiu ti dissi torna
iu nun ti ntisi e mancu tu mi sintisti
passau  lu tempu  e  passaru li jorna
e comu partivu iu  puru tu partisti.

Totò Mirabile                   

I CAVALLI

Nitrivano i cavalli arricciando il naso
ruminando l’erba verde dei prati in fiore
e mostravano la loro folta criniera
come se fosse privilegio e vanto.
Ogni tanto si muovevano in massa
galoppando liberi nelle ampie distese verdi
con eleganza di movimenti
da farli sembrare angeli del cielo
con il mantello liscio e lucido il pelo
con la coda altezzosa e sfavillante.
Scattanti i puledri come pure le movenze
si mostravano leggiadri di razza bella.
Durante la stagione dell’amore
si corteggiavano appartandosi dal branco
e quasi sempre intenerivano il mio cuore
perchè a vederli era uno spettacolo sublime.
Un dì all’improvviso caricarono i cavalli
lasciando liberi i puledri e le cavalline.
Nitrivano i cavalli allontanandosi il furgone
diretto chissà dove e per quali terre lontane.
Nitrivano i puledri e correvano le cavalline.
Crebbero forti e diventarono i miei cavalli
con la coda altezzosa e sfavillante
e divisero ancora i cavalli dalle cavalline.
                                    
Totò Mirabile                   
                                  
IL PAESAGGIO

Osserva il paesaggio,
guarda il sole rosso fuoco
ammira il limpido cielo
che il pittore dipinge
in quel paese di fantasia
e dopo riferisci
vai in giro anche tu
e dopo riferisci
quanto è bella la natura.

Totò Mirabile                   

IL PASSATO

Ricordi di un passato bello e allegro
di un passato dolce e spensierato
ma quell’uomo laggiù vestito di stracci
e che chiede qualche misera moneta
per comprare un pezzo di pane
chissà se avrà avuto quel passato?
E se l’avrà avuto un passato
forse non vuole ricordarlo più
perché è lui stesso il suo passato
con un tremendo ricordo di se
e un terribile passato.

Totò Mirabile   

IL SOLE TRISTE

Il sole non sorride più
da quella sera.
Il sole è tramontato
e chissà se spunterà ancora.
Ogni giorno lo vedo
ma non lo riconosco più.
Come è triste il mio sole
e ogni giorno peggiora.
Quanti tramonti son trascorsi
sperando che al mattino sorrida.
Dove sei sole d'oro puro,
perché non mi riscaldi più?
Eri la sola cosa bella
della mia vita.
Con te parlavo volentieri
dei miei sogni, della mia vita.
Ti confidavo i miei segreti
e ti raccontavo il mio amore.
Oh sole bello!
Dove sei andato a finire?
Ancora una volta mi rivolgo a te
e se ci sei ascoltami.
Fatti mio messaggero
e dona il tuo sorriso a chi si ama.
Oh sole bello!
Dove sei andato.

Totò Mirabile

IN MORTE DELLO ZIO ENZO

Me ziu Enzu sarà c’avia quinnici anni
quannu partiu pi Torinu tuttu entusiasta
picchì cca c’era disoccupazioni e affanni
mentri a Torinu pari si facissi sempri festa.

America! America! America! America!
Si gridava na vota pi li strati di Detroit
t’annu si parlava  di Piemonti   binidica
di America Savoiarda e di tanta tanta Fiat.

Stu giovani di lineamenti fini e beddi
partiu lassannu sulu lacrimi e affetti
cu so patri e  na  cartata  di   niputeddi
e cu soru e frati chi ci rialavanu sicaretti.

Cca si dicia ca iddu era lu cchiù beddu
certu senza offisa pi tutti latri zii ranni
e si fici vita sana e bona lu sapi sulu iddu
ma sacrifici certu nni fici a tutti banni.

Accoglilu nta la to casa Signuruzzu
e facci fari vita bona ti l’arraccumannu
priparacci na tavulata ricca di panuzzu
ca cca sutta a tia emu cuntimplannu.

Fallu iungiri cu so matruzza e cu so patri
putissiru fari tutti na festa ranni finarmenti
cu tutti li so cari e speciarmenti cu me patri
aiutali a tutti ca si nostru patri onnipotenti.

Totò Mirabile                   
 
INDIETRO

Arrivato ad un certo punto
misi a prova la mia mente
presi il libro della memoria
e iniziai dalla prima pagina
a rivedere tutta la mia vita.
E mi vedevo con  calzoni corti
e un paio di occhiali nuovi
comprati alla fiera del paese
quando mio padre mi disse
prendi i soldi prima di uscire.
Uscivo per la prima volta da solo
senza la guida di alcuno
e giratomi indietro verso casa
vidi mia madre che mi faceva
un grande cenno con la mano.
Arrivai in piazza disorientato
il castello mi parve un gigante
che mi impediva di proseguire
ma presi coraggio e avanzai
stringendo quelle dieci lire.
Cento ragazzini giocavano
e mentre io guardavo il pizzo
che volava colpito dalla mazza
diedi un calcio alla palla
che  era giunta lì vicino.
Ebbi l’impressione che gli altri
guardassero sbalorditi quel tiro
e così mi invitarono a giocare
al rientro mio padre che suonava
mia madre che chiedeva.
Nei giorni successivi
mi accorsi con stupore
che  anche senza le dieci lire
il castello mi lasciò passare
e la piazza mi accolse volentieri.
Totò Mirabile                   
               
IRREQUIETEZZA

Sembrava che qualcosa si muovesse
e lentamente schiarisse il mio pensiero
che da un po’ di tempo era turbato
da una strana travolgente passione.
Ma se è vero che il tempo vola via
come un fulmine a cielo sereno
io penso e dico e anzi affermo
che di passione si può anche morire.
Grido all’ardore e l’ardore grida a me
perchè so e tutti sappiamo del tormento
che strugge il cuore di noi miseri mortali
che non ammette pochezze e tentazioni.
Lo spasimo è divenuto ormai violento
e resistere non si potrà mai
perchè il richiamo dell’amore
è più forte e più caparbio di noi.
Un amore custodito e nascosto
che fonde le mie improvvise reazioni
e non rispondo più di me
fino all’esaurimento del piacere.
Quando tutto ritorna normale
sento dentro di me che quel che avevo
è andato perso con decisione
con lucida e ferma convinzione
e con tanta irrequietezza mi chiedo:
chi sa meglio di me medesimo
come si fa ad amare con ardore
quando ormai forse non si ama più?
                    
Totò Mirabile                   

LA CANZONE DI OGNUNO

Erano anni e anni che non passavo per quella strada
benché ogni pietra, ogni angolo, ogni piazza e ogni via
mi siano familiari come il palmo della mia mano
dopo l'arco c’era ancora il mio vecchio istituto.
I banchi incisi dai temperini sono ormai scomparsi
restando impenetrabile la polvere della memoria
e per un collezionista come me che vive di ricordi
niente e nessuno riesce facilmente a morire all'oscuro.
Seduti tutti insieme a sussurrare la nostra giovinezza
discutendo di ragioneria o delle ultime canzoni
con il serpeggiare di sentimenti appena abbozzati
a qualche primo germoglio di speranza viva.
Amavamo quella incertezza, quel vivere alla giornata,
i nostri poeti, la contabilità, le nostre canzonette
e come i giovani di tutti i tempi ci sentivamo importanti
solo quando si era a volte felici e  a volte tanto tristi.
La timidezza allora era identica comune a tutti noi
e spesso confinava con l'ignoranza dei sentimenti
dei rapporti umani, della realtà cruda della vita
però tacevano gli scherzi di fronte alle mie canzonette.
Cantavamo in coro al suono della melanconica chitarra
come adesso anche allora ognuno aveva la sua canzone.
Poco dopo gli esami di maturità mi ritrovai disperso
con un pugno di polvere e tante cose forse impossibili
sperduti tra la gente  ci si avventurò in molte direzioni
e non ci fermarono non si fermò la vita e neanche noi
con la chitarra che accompagnava la stessa canzone d’allora.
Caduta la parete di vetro nel polverone della memoria
ciò che sembrava  una cosa inutilmente vana
diventò un attento passo nella notte che ci canta ancora
la canzone di ognuno,di ogni epoca, della nostra epoca.
                                
Totò Mirabile 

LA CARRABBINERA

Capiddi nivuri nivuri longhi e lisci la picciuttedda
àvuta comu na cerza mpirsunata e tantu bedda
cu la caminata lesta ca  paria na carrabbinera
ca quannu arrivau idda lu suli nisciu la bannera.

Iu ca pi grazia di Diu haiu bonu nasu e occhiu finu
capiì subitu ca si trattava d’un ciascu cu vinu bonu
d’un bocciolu  russu di rosa russa appena sciurutu
c’aspettava li me mani pi esseri  subitu cugghiutu.

E prestu si fici cogghiri sta rosa comu puru idda
e amuri bonu assai nni versau nta la cannatedda
e ddu poviru delfinu nostru assai nni fici viaggi
pi purtari a natri l’amuri dintra ddri messaggi.

Ma comu tutti li cosi hannu a crisciri pi furmarisi
lu tempu fu tirannu e fici di tuttu p’ìdda purtarisi
e cangiannu paisi di mia si scurdò la carrabbinera
e si tuttu passa  però l’amuri veru aspetta e spera.

Totò Mirabile

LA COMPAGNIA

Erano compagni alla scuola elementare
i due ragazzi chiamati Fici e Mirabile
quando alle medie si dovettero separare
ma l’amicizia rimase indimenticabile.
Al Commerciale si diedero il benvenuto
formando così un gruppo inseparabile
con l’inserimento di un piccolo riccioluto
che Cardella battezzò FiciGulloMirabile.
Il Farinata non marinava mai con nessuno
anche se Cucchiaredda l’invitava a scioperare
dicendo che il Serra ossia Totò Cinquantuno
era al Walkbar di Bisacquino ad aspettare.
Arrivò il famoso 68 e fu la rivoluzione
il trio s’ingrandì ma sfugge il ricordo
di come avvenne la bella espansione
ma certo è che andarono d’accordo.
Grandi e forti divennero da quell’unione
con Genovese chiamato Piddu Lanza
l’azione cattolica e don Mario Giaccone
e con il serio Giammalva omu di panza.
Con Benedetto Tripolino in 500 familiare
e lasciati i Salesiani Gendusa il profumiere
con Mario Guagliardo e la sua 500 normale
ed il cugino di Gendusa, Totò il dolciere.
Tanuzzu Cascio sempre in giro col bastone
e Pizzolato che si sedeva sempre per terra
con Melchiorre il gran maestro professore
ed Ernesto come fosse un Lord d’Inghilterra.
Con capelli bianchi Salvatore Cottone
in disputa sempre con il colonnello-generale
e Peppino Caldarera il piccolo grande omone
che di lassù sicuramente ora sta a guardare.
Molti aggregati c’erano alla compagnia
che s’ingrandì pure di presenze femminili
e nacquero i primi amori poi persi per la via
restando bei ricordi le emozioni giovanili.
Il destino crudele li ha voluti ancora separare
ma oggi anche se molte cose sono cambiate
la cresciuta compagnia ha ritenuto festeggiare
e alla grande anche le mogli si sono aggregate.
Dicendo grazie al Signore per il festeggiamento
e per aver dato il tempo d’incontrarsi ancora
confermando al prossimo anno l’appuntamento
il brindisi finale va all’amicizia e ad ogni signora.

Marsala, lì 24/08/02 
Totò Mirabile

 LA FILOSOFIA
             
Ero disperato perché tutto mi andava storto
non c’era nessuna cosa che mi andasse bene
toccavo una cosa  e mi cadeva dalle mani
mi avvicinavo a qualcuno e questi scappava.

Non avevo più nessun amico con cui parlare
ero da solo senza poter contare su qualcuno
al mio saluto nessuno  mai  avrebbe risposto
per non parlare del lavoro che era molto duro.

Ma quando  mi prendevano a pesci in faccia
mi  chiedevo del perché di quella mala sorte
con la scalogna come se mi si fosse attaccata
e la sfortuna fosse solamente  a me riservata.

Disperato e ormai schiavo di questo destino
andando in giro un giorno incontrai un vecchio
che mi disse di prendere la vita con filosofia
allora chiesi cos’era questa scienza consigliata.

Il vecchio fissandomi mi disse che la filosofia è
la palingenetica obliterazione dell’io senziente che
s’infutura nell’archetipo dell’antropomorfismo
universale fornendo all’uomo diverse soluzioni.

Molto difficile fu quella definizione da capire
ma  molto  più  difficile  fu  mettere in pratica
questa vecchia scienza perché tutto diventò
più incomprensibile e più complicato da capire.

Allora andai avanti non curante delle avversità
ridendo in faccia a tutto ciò che c’è di negativo
mai più  nessuna cosa mi cadde  dalle  mani
e se mi cade  tuttora me la prendo con filosofia. 
     
Totò Mirabile 

LA MIA MARGHERITA

L’odore del mare
il rumore delle onde
il profumo della zagara
il volteggiare dei gabbiani
ed il fresco venticello
ti fanno sembrare
un’altra margherita.
 
E tu cara compagna
distesa sulla spiaggia
con lo sguardo verso il sole
cerchi il mio calore
ma sabbia che scotta
è diventata la mia mano
senza quella margherita.

Cerchi la spiegazione
e mentre la mente
fa mille ragionamenti
tanti sguardi interessanti
sfiorano la tua pelle
e si staccano dal tuo viso
come petali di margherita.

Ed è allora che ti distendi
e non perdi la ragione
prendi tutto ciò che hai
conservi la tua bianca pelle
e rientri nella tua libertà
dove è sempre vissuta
la mia margherita.

Totò Mirabile 

LA MORTE

Non credere che la morte
sia qualcosa di brutto e di terribile
non credere che duri un attimo
ma pensa alla morte come un omento
importante della nostra vita
e sappi che non dura un attimo
un’eternità dura la morte,
perché la morte vive con noi
ed il suo spettro é dentro di noi
sin da quando siamo nati
e lottiamo invano per non morire
perché al momento giusto
ci prepara il conto e moriamo.

Totò Mirabile

LA PAURA MI ASSALE

La paura mi assale
al solo pensiero di poterti perdere
tra la folla che ti vuole rubare.
La paura mi assale
quando sei lontana dal mio cuore
e mi sforzo per poterti vedere.
Quante volte ci siamo persi
ma è stato bello ritornare
insieme da dove siamo partiti.
Partire non è possibile
senza la tua compagnia
mi sentirei solo e abbandonato.
Però per una volta
lasciami partire da solo
con quell'aereo bellissimo.
La paura mi assale
di quell'aereo bellissimo
che ti prego di prendere poi.

Totò Mirabile

LA PRINCIPESSA BAMBINA

Nei miei sogni ho raccolto questi versi
che io dedico ad una bella principessa
e mentre guardo le stelle nel buio della notte
una meteora cade veloce
portando con se tanti sogni
e una lacrima che scende piano
poi un canto dall' immenso si spande
e a cantarlo è proprio la principessa Rossella
Come la primavera scioglie la neve al sole
anch'io ti sciolsi liberandoti al tuo mondo
Come l'estate che vede partire tutti in ferie
pure tu partisti da sola in gita all'avventura
Come l'autunno che spoglia gli alberi
anche tu ti sei spogliata dai pregiudizi
Come l'inverno che annuncia la novella
pure tu annunciavi di esserti innamorata
Come la primavera che porta le rondini
anche tu hai portato un'ondata di nuovo
Come l'estate dove il sole è risplendente
pure tu risplendi e riscaldi la nostra casa
Come l'autunno in cui partono le rondini
Anche tu parti per poi ritornare ancora
Come l'inverno dove ci si ripara dal freddo
Anche tu ti ripari sotto le ali dei familiari
E cosi in fretta passano le stagioni
come pure in fretta passano gli anni
ed il vestito comprato per la neonata
mi ha stordito rivelandomi che sei cresciuta
però ricordati che per il tuo genitore
sei sempre e sarai la sua bambina.


Totò Mirabile

LA CANZONE DI OGNUNO

Erano anni e anni che non passavo per quella strada
benché ogni pietra, ogni angolo, ogni piazza e ogni via
mi siano familiari come il palmo della mia mano
dopo l'arco c’era ancora il mio vecchio istituto.
I banchi incisi dai temperini sono ormai scomparsi
restando impenetrabile la polvere della memoria
e per un collezionista come me che vive di ricordi
niente e nessuno riesce facilmente a morire all'oscuro.
Seduti tutti insieme a sussurrare la nostra giovinezza
discutendo di ragioneria o delle ultime canzoni
con il serpeggiare di sentimenti appena abbozzati
a qualche primo germoglio di speranza viva.
Amavamo quell'incertezza, quel vivere alla giornata,
i nostri poeti, la contabilità, le nostre canzonette
e come i giovani di tutti i tempi ci sentivamo importanti
solo quando si era a volte felici e  a volte tanto tristi.
La timidezza allora era identica comune a tutti noi
e spesso confinava con l'ignoranza dei sentimenti
dei rapporti umani, della realtà cruda della vita
però tacevano gli scherzi di fronte alle mie canzonette.
Cantavamo in coro al suono della melanconica chitarra
come adesso anche allora ognuno aveva la sua canzone.
Poco dopo gli esami di maturità mi ritrovai disperso
con un pugno di polvere e tante cose forse impossibili
sperduti tra la gente  ci si avventurò in molte direzioni
e non ci fermarono non si fermò la vita e neanche noi
con la chitarra che accompagnava la stessa canzone d’allora.
Caduta la parete di vetro nel polverone della memoria
ciò che sembrava  una cosa inutilmente vana
diventò un attento passo nella notte che ci canta ancora
la canzone di ognuno,di ogni epoca, della nostra epoca.
                                
Totò Mirabile

LACRIME NASCOSTE

Se vi dicessi
che qualsiasi genitore
quando vede il proprio figlio
sostenere esami importanti
assiste in silenzio
fino a quando gli occhi
cominciamo a lacrimare
sicuramente mi credereste.

Lacrime di gioia
che cerchi di trattenere
ma che non sfuggono
allo sguardo attento
della commissione
proprio al momento
quando il presidente
lo proclama dottore.

Stesse lacrime nascoste
quando venne al mondo
quando chiamò papà
quando iniziò a camminare
quando entrò a scuola
e quando fece la comunione
versate nelle occasioni
oggi e domani ancora.

Totò Mirabile

L’AMORE
 
L’amore è qualcosa
che ti prende e che ti porta via
l’amore a volte sfugge
l’amore sei tu
ma chi é il mio vero tu?
Il mio tu sei proprio tu
palpitante e coinvolgente
intrigante ed instabile
piena di pregiudizi
che ti prendono la mente.

Totò Mirabile 

L'ATTIMO

Tutto il tempo non basterà mai
per dirti l'attimo di quando ti baciai
nella penombra di quella sera d'estate
mentre sentivo le campane di  San Rocco
che dal sessantotto non c’erano più
tra la musica che suonava forte.
Ed il ponte ci fece posto
divenendo così testimone
di quell’attimo indimenticabile
del mio e del tuo attimo.

Totò Mirabile

LE COSE ACCADONO
                                  
L’altra  notte ho camminato a lungo
per le   strade   illuminate  del  centro
di città divenuto ormai la mia dimora.

Stranamente il cuore mi batteva forte
come se fosse impazzito o invecchiato
e non stavo camminando a passi svelti.

Non camminavo quella fredda notte
come se dovessi perdere alcuni chili
ma camminavo lento per dimenticare.

E camminavo anche zoppicando
con quel dolore attaccato al tallone
provocato da una spina pungente.

Dietro di me non c’era  nessuno
solo il rumore dei miei passi lenti
si sentiva intorno e nient’altro.

Ad un tratto il suono di una sirena
irruppe in quel viale silenzioso
che si disperse allontanadosi nel buio.

E mi chiesi fermandomi a guardare
non appoggiandomi al piede doloroso:
Perchè ogni giorno le cose accadono?

Perchè come quella sirena a volte
l’amore spunta improvviso e poi
si disperde allontanandosi nel buio?

Totò Mirabile

LE MANI

Le mani sono parti di noi stessi
che non si usano per fare tutto
lo scopo delle mani è grandioso
le mani protese hanno un significato
porgerle incontro al prossimo
e non usarle per uccidere
per fare bene a chi ha sete di amore
le mani hanno uno strano potere
sono il veicolo di tante sensazioni
e ci conducono spesso a fare
ciò che non vorremmo fare.

Totò Mirabile   

LI GENTI TINTI

Li genti tinti sunnu sempri ngiru
e senza scantu lassanu u pagghiaru
jornu e notti vannu cu primura
senza ca cci scappanu li culura.

Ni facissiru una bona ogni tantu
prima ca s'innissiru o campusantu
picchì sti genti tinti di  malu pilu
tardu eccanu sangu e vannu ncelu.

Li carrubbi fannu sempri vinu bonu
e li zorbi sfatti acitu forti  sopraffinu
ma ntavula mangianu anciddi a sucu
e serpi lisci ci mettinu puru ddocu.

Tantu su tinti ca ci morsiru li cavaddi
e pi currivu ammazzaru li puddriceddi
megghiu stari luntani di li genti tinti
picchì cu la tinturia nun ci nesci nenti.

Totò Mirabile
  
MANCA QUALCOSA NELL'ARIA

Manca qualcosa nell'aria
forse il vento che soffia da nord
che spinge le nuvole sempre più in alto
fino a farle scomparire all'orizzonte
dove il mare sembra il cielo toccare.

Manca qualcosa nell'aria
forse il profumo che giunge da nord
che si mescola all'odore del mare
per formare un'essenza speciale
tanto da far stordire tutti coloro
che credono nell'eterno amore.

Manca qualcosa nell'aria
forse il freddo proveniente da nord
che con il caldo color giallo della mimosa
muterebbe questa giornata festosa
dell'affascinante donna innamorata
o che attende d'innamorarsi ancora.

Manca qualcosa nell'aria
forse l'amore e non solo del nord
che a volte fugge via lontano
lasciandoci soli senza calore
ma proprio oggi che è la tua festa
non essere triste e sorridi a quest'aria.


Totò Mirabile a Paola

MARCO IL PICCOLO BAMBINO

Lasciò da parte il tamburello del folclore
il piccolo bambino al suono della chitarra
e in silenzio si sedette a terra ad ascoltare.

Cantavo una canzone nostra dialettale
accompagnandomi con  ritmo e note lievi
di una vecchia e cara  chitarra familiare.

Le corde metalliche sfiorate dalle dita
vibravano note orecchiabili e armoniose
che si mescolavano al canto di folklore.

Era come se ci fosse un grande pubblico
e con quella carica che avevo dentro
le parole le cantavo sorridendo al bimbo.

Mi sentivo quasi  al centro dell’universo
e più cantavo più mi allontanavo dal reale
più vagavo con la mente tra spazi vuoti.

Dove erano finiti i miei pensieri ossessionanti?
Dove erano finite le mie grandi preoccupazioni?
E Marco, quel piccolo bambino silenzioso?

Era sempre a me di fronte, rapito dal mio canto
le note e le parole miste al canto lo avevano incantato
e lo vedevo  volare in alto con me e assieme a loro.

Io speravo che quella piccola manciata di minuti
tanto la durata di quella canzone del folklore
non  finisse  più, non  finisse  mai   quella musica.

E quando ormai ero arrivato proprio sul finale
quel bambino mi batté a lungo forte le mani
e  mi baciò la guancia gridando più volte bravo.

Marco, il piccolo bambino sorridendomi mi disse
quando sarò grande  canterò anch’io questa canzone
e a tutti dirò di colui che  la cantò prima di me.

Totò Mirabile     

MENZOGNE
                                  
Quante menzogne si dicono in giro
senza tener conto di cause ed effetti
spesso per la mania di mettere zizzanie
seminando tragedie grandi e oscure.

Menzogne solo per il gusto di far male
senza che vi sia una vera ragione
menzogne che sanno solo d’invenzione
nate soltanto da idee malvagie e cattive.

Ci si nasce con l’animo menzognero
e chi va avanti a furia di menzogne
non conosce i meccanismi dei segreti
giura e spergiura su tutti e su Dio.

Però col tempo cadono come birilli
senza tanti sforzi si sfaldano  da sole
e sfaldano  chi le inventa e li dirama
sovente la verità viene sempre a galla.

Le bugie sono come chi è senza scarpe
le menzogne sono come chi è senza piedi
non fanno tanta strada a dire di qualcuno
molto spesso hanno pure le gambe corte.

Miserabile è colui che le mette in giro
ha la mente contorta e il cuore meschino
e se andrà a sbattere contro un muro
non dirà mai di non credere a nessuno.

Totò Mirabile                

MESSAGGIO

Lascio un messaggio ai miei fratelli
ai quali voglio dire di stare bene attenti
all’ambiente in cui felicemente viviamo
al mondo che ci circonda ed alla natura
che non sta molto bene e si ribella
con scatti imprevisti ed improvvisi
il mondo non vuole essere deturpato
ma c’è qualcuno pieno di veleni
che vuole consegnarli e farlo custode.

Totò Mirabile                   
                   
NATALE 2001

Nell’alba gelida e nebbiosa
i miei pensieri si confondono
e sento crescere in me la rabbia
di chi ha perso troppe albe.

E così attraverserei le montagne
supererei qualsiasi ostacolo
vivrei d’aria se questo mi facesse
finalmente giungere la meta ambita.

Ho provato a dirti in mille modi
che i sentimenti non si nascondono
non si fugge dalla realtà dei tumulti
che improvvisi colpiscono il cuore.

Ma la voce si è persa nel vento
ed il cuore ancora una volta ha perso
ancora una volta è stato tradito
ancora una volta  è rimasto solo.

E all’improvviso diventa brutto
non essere amati quando si ama ancora
ma è ancora più brutto e doloroso
essere ancora amati se non si ama più.

Ma non è possibile non amare più
perché quell’incantevole strano sole
anche  se sembra non riscaldare più 
sorride ad ogni cambio di stagione.

Totò Mirabile                   

NATALE AL MIO PAESE

Tra poco sarà Natale
e chissà perché mi assale
una nostalgia improvvisa
e sento il cuore che mi dice
che vorrebbe rivedere
cose antiche conosciute.
Vorrei tornare al mio paese
con una cometa piena di ricordi
che rischiarasse la mia strada
e pian piano mi portasse via
in modo certo e veritiero
senza vagare con la fantasia.
Eppure vago nella chiesa madre
del mio antico piccolo paese
come fossi uno straniero
perché nessuno mi riconosce
e così la solitudine mi gela
più del freddo della chiesa.
E' giunta mezzanotte
sull'altare coperto di fiori
nasce il nostro bambinello
tutti si fanno gli auguri
ma solo resto io sulla panca
perché rimango sconosciuto.
Tu scendevi dalle stelle
anche per me bambinello
e ricordo che restavi stupito
quando con mia madre
tenendomi a mio padre
ti portavo tanti doni.
Ma più di tutti  stupito
resto io con la melanconia
di questo natale al mio paese
vissuto con la fantasia di esule
che ha capito a sue spese
che il natale  è  in ogni paese.
Totò Mirabile
 

OGNI  AMORE
                                  
Dire che al cuore non si comanda
è semplice quando si perde la ragione
quando le pulsazioni salgono spontanee
ed il sangue vuole rompere le vene.

Spesso  accade che la ragione cede
ai sentimenti e a quelle pulsazioni
senza tener conto delle  conseguenze
ed è proprio così che nasce l'amore.

Un amore liscio come l'olio sopraffino
trasparente   come    il  cristallo  puro
bello  come  il  sorriso   d'un   bambino
leggero  come  il  volo  d'un  gabbiano.

Eppure certe volte il cuore non batte
come il battaglio di  quelle  campane
che emanano suoni ad ogni suo tocco
e  senza  motivo  si  rattrista da solo.

L'amore è come un mazzo di fiori
ed ogni  fiore ha  il   suo profumo
ha il suo tempo prima di appassire
bisogna   averne cura  e  attenzione.

Occorre  munirsi  di  vasi  giusti
per rendere ancora più belli i fiori
spesso cambiare l'acqua all'interno
per molto più tardi farli appassire .

Ma quando all'improvviso moriranno
io li  deporrò  in un'anfora ad essiccare
così  li ricorderò  sempre  vivi e belli
come vivo e bello resta  ogni amore.
                                   
Totò Mirabile


OGNI COSA AVI VALENZA

Era un pomeriggiu d’estati
cu du fimmini fora assittati.
Una scura di capiddi arristau
e latra scura di peddi salutau.

Ci dissi subitu a lu cammareri
levati di ddrocu e tirati darreri
Chissa unn’è cosa propriu pi tia
unnu vidi ca è a mia chi talia.

M’avvicinai cu fari schettu
e ci addumannai cu rispettu.
Un conu gelatu vulia purtatu
cu panna e tantu cioccolatu.

Subitu di cursa l’accuntintai
e c’un‘inchinu na rosa ci purtai.
Lu gelatu a picca lu tastava
e liccannulu a giru mi taliava.

E comu si m’avissi furguratu
mi purgiu ddru conu gelatu.
Lu mangiai cu tantu piaciri
bivennu acqua di lu so biccheri.

Fina e lesta era sta signura
ca lassò l’indirizzu cu primura.
Iu avia la testa sempri a idda
cu lu suli ca mi paria na badda.

Pinsava sempri cunfunnutu
e lu travagghiu m’avia scurdatu.
Pigliai curaggiu e ci tuppuliai
e idda mi rapiu e tutta la vasai.

M’affacciò cu na vesta russa
chi si sfilò subitu di cursa.
E si ogni cosa avi la so valenza
puru chissa mi fici esperienza.
      
Totò Mirabile

OLTRE L'IGNOTO

Nulla è nostro
il corpo, la mente il mondo.
Tutto è spazio,
per l'eternità.
A te rivolgo
il pensier mio
e dono a te amicizia
e amor sincero.
Oggi, domani, e....
e non come l'occhio
che sì ferma all'orizzonte,
ma oltre,
dove gli uomini dicono
l'ignoto,
dove noi diciamo
Dio.

Totò Mirabile

PARLARE CON LORO

Salire sempre più in alto
dove il sole sembra una stella
e la terra forse una palla
afferrare il tempo
aggrapparmi alle sue ali
e volare sulle bianche vette
per parlare con loro.

Il tempo è passato
senza che me ne accorgessi
e volando negli spazi
senza la paura di cadere
raggiungere il silenzio
in mezzo alle stelle
per parlare con loro.

Sento la musica
cavalcata dal canto
e osservando le agili dita
che scorrono sullo strumento
cerco il sapore dei contorni
e le cose oramai svanite
per parlare con loro.

Sembra che non mi ascoltino
loro non rallentano il passo
hanno fretta di arrivare in cima
e sanno bene che raggiunta la meta
non gli resta che volare
aggrappandosi alle ali del tempo
e forse parlare con loro.

Totò Mirabile
 
PAZZIA

La pazzia può essere considerata
come un qualcosa che non ha senso
ma il vero significato consiste
che rappresenta un mondo dove i  limiti
non ci sono e si può andare oltre il reale
dove questo mondo non esiste
perché esiste solo la pazzia.

Totò Mirabile                   
 
PENSIERO

Pensiero di giovani
Pensiero di vecchi
pensiero di uomo
pensiero di donna
pensiero di amore
pensiero di odio
pensiero di dolcezze
pensiero di amarezze
ma a che pensieri hanno
quelli che non pensano
alcuni pensano
ad un mondo migliore
con la paura e
l’incubo di morire.

Totò Mirabile   

PEPPINO CALDARERA

Peppino Caldarera era e sarà sempre il suo nome
ma chiamato da tutti gli amici e parenti  Pippineddu
perché piccolo di statura ma  grande di ciriveddu
Lui è da ricordare per il suo grande altruismo
per il quale gli abbiamo voluto tutti un sacco di bene
ed è per questo che non lo abbiamo dimenticato mai
e non lo dimenticheremo mai e poi mai
Come poter dimenticare le sue numerose avventure
che ci raccontava con grande passione teatrale
nelle sere d’inverno nella sartoria o al circolo ricreativo?
Come poter dimenticare le sue vincite al poker
e di quando teneva banco con arte e maestria?
Come poter dimenticare la sua scuola di pensiero
riguardo il comportamento da tenere
quando sbocciavano improvvisi i primi amori?
La pittura ai tempi della colla mattolina
il ballo ed il controcanto nelle canzoni spirituals
i campeggi con le nottate e la passione per il mare
Caro Peppino quanti soprannomi t’affibbiammo
ma Pippinu Piloniu sarai sempre per noi amici
Tu ci hai insegnato tante cose importanti
e se siamo dove siamo ora lo dobbiamo anche a te
Raggiungi serenamente il tuo grande amore
perché il tuo frutto sarà sempre benevolmente accolto
e tu resterai eternamente nei nostri cuori
Ciao Peppino!

Toto’ Mirabile

PER SEMPRE OVUNQUE

Figlio mio non disperare
quando sarà giunta l'ora mia
non aver rimpianto alcuno
se proprio tu sconsolato
sarai il primo a calarmi giù.

Il seme piantato sotto terra
dopo la stagione delle piogge
risorgerà quando è primavera
non ti abbattere nel cammino
cosicché mi sentirò rinascere.

Sei proprio tu il seme mio
e attraverso i passi tuoi
camminerò per sempre ovunque
formando una catena leggera
da abbracciare il mondo intero.

Totò Mirabile
                  
PERCHE’ LE COSE ACCADONO
                                  
L’altra  notte ho camminato a lungo
per le   strade   illuminate  del  centro
di città divenuto ormai la mia dimora.

Stranamente il cuore mi batteva forte
come se fosse impazzito o invecchiato
e non stavo camminando a passi svelti.

Non camminavo quella fredda notte
come se dovessi perdere alcuni chili
ma camminavo lento per dimenticare.

E camminavo anche zoppicando
con quel dolore attaccato al tallone
provocato da una spina pungente.

Dietro di me non c’era  nessuno
solo il rumore dei miei passi lenti
si sentiva intorno e nient’altro.

Ad un tratto il suono di una sirena
irruppe in quel viale silenzioso
che si disperse allontanandosi nel buio.

E mi chiesi fermandomi a guardare
non appoggiandomi al piede doloroso:
Perchè ogni giorno le cose accadono?

Perchè come quella sirena a volte
l’amore spunta improvviso e poi
si disperde allontanandosi nel buio?

Totò Mirabile
 
PIOGGIA

Cade la pioggia quando
lassù qualcuno si fa la doccia
ma quando non piove più
qualcuno ha il morale giù
e non pensa a pulirsi
ha la testa altrove ed è triste
allora scende in mezzo a noi
e ci tira le orecchie
ci  scuote la coscienza
nella speranza di capire
che occorre regolare
La velocità della vita.

Totò Mirabile                   
 
RAGAZZI

Ragazzi di tutti i paesi
ascoltate la voce di chi vi ama
colui che vi parla vi segna
la strada del vostro futuro
affinché voi possiate capire
ciò che la realtà vuole
imparate ad ascoltate le parole
ascoltando s’impara
e spesso ciò che sembra difficile
diventa facile e tutto si risolve
come la natura vuole
e la neve si scioglie al sole.

Totò Mirabile  

R I C O R D I

Come in un sogno spesso mi vengono alla mente
persone a me tanto care che ricordo con piacere
e sento il tam tam di mastro Cocò lo stagnataro
il fischietto di mastro Piddu detto lu Spillingrisi
la scecca di mastru Marianu girare per il paese.

Il generale armato di cruciverba e coca cola
sedersi da solo al tavolino del bar fratelli Cerasa
e di fianco l’allegra compagnia al bar Gendusa
mastru Ginu con castagne nella stagione autunnale
barattandole con le noci affumicava lo stradale.

C’era pure in piazza Castello la fiera stagionale
e mastru Piddu che la riempiva con pile di tavole
ricavate da tronchi d’albero lasciate a stagionare
il medico di grossa stazza che scriveva sul giornale
mi sembrava un gigante se scottava la mia fronte.

E che dire dei sigari che vendeva il signor Collura
delle scarpine esposte nella vetrina di Caravella
dei giornali venduti con simpatia dal signor Masseria
ma la persona che ricordo sempre volentieri
è mastru Vicenzu Tortorici  con il suo medagliere.

Poi  c’era Ninuzzu che correva con l’orologio
in mano ormai fermo chissà da quando tempo.
Questi ricordi si sono fermati nella mia mente
come Ninuzzu che non corre più velocemente
e anche il suo orologio che non cammina più.

Tutto si è fermato bene dentro la mia mente
e se agli altri tutto ciò può sembrare vano
per me invece è  sicuramente un gran tesoro
perchè tutto ciò che colpisce la nostra mente
senza accorgercene ci fa crescere piano piano.
Totò Mirabile 

ROTTURA DI BALLE

Ma che vai a pensare e cosa stai dicendo
non dire fesserie se dopo tanti anni uno rivede
un amico o un’amica è logico che rimane stupito!
Non si può nascondere la gioia di rivedere
qualcuno che per te è stato molto importante!
Conoscere dopo un lungo periodo il figlio,
ormai diventato grande e in grado di capire
di coloro che restano sempre i tuoi amici
sebbene la lontananza di tempo e distanza
è come ritornare indietro nel periodo in cui
con il genitore si trascorreva le misere giornate!
E... ti viene voglia di raccontargli tutto di te
della giovinezza di suo padre e di sua madre,
per fargli rivivere la vita loro e il tempo passato
con un racconto semplice da portare avanti
e da raccontare a sua volta agli altri.
E chissà perché il figlio del tuo amico
ha la pazienza di ascoltarti,
mentre se  il padre racconta al proprio figlio
la sua infanzia lui  risponde
che non ha tempo ed é una rottura di palle.

Totò Mirabile

SE QUALCUNO MI CHIEDESSE

Se qualcuno mi chiedesse dì volare
indosserei subito delle grandi ali
per raggiungere altezze infinite
e volteggiando audacemente rapirti.

Se qualcuno mi chiedesse di suonare
accorderei all'istante mille strumenti
per farti ascoltare le più belle melodie
e suonando mostrarti la mia passione.

Se qualcuno mi chiedesse dì cantare
prenderei lezioni dai più grandi cantanti
per intonare il mio canto baritonale
al suono della mia vecchia chitarra.

Se qualcuno mi chiedesse di correre
allungherei il passo a sfiorare il collasso
per arrivare sicuramente prima di partire
e così stupirti con la mia attrazione.

Se qualcuno mi chiedesse di amarti
giurerei d'averti amato e di amarti ancora
perché nessuna cosa mai al mondo potrà
superare questo mio grande amore.

Totò Mirabile
 
SEMPRE PRESENTE

Tu non hai mai pianto per me
forse perché io sono stato
sempre con te troppo presente,
protettivo e rassicurante.

E quando mi hai raccontato
che nel sogno mi perdevi,
sebbene sudata e sconvolta,
quella volta non hai pianto.

Non hai pianto quella volta
perché mi svegliavi scuotendomi
ed ero nel letto caldo accanto a te
ancora una volta presente.

Certe volte mi assale un dubbio
se questo è vero amore oppure no
ma se non lo è per nulla vero
vorrei andarmene molto lontano.


Quando si perde ciò che si ha
si apprezza il suo valore
ma se questo è vero amore
lo tengo bene per non perderlo.

Totò Mirabile  

SGUARDO

Sguardo illuminante
sguardo preoccupante,
sguardo amico,
sguardo nemico
chissà quanti tipi
di sguardi ci sono
tutti guardano
ma non pensano
che anche noi
guardiamo.

Totò Mirabile  
                   
SOGNO
 
Un sogno è quel qualcosa
di fantastico e di strano
che ti porta in posti magici
e meravigliosi ove puoi 
fare quel che vuoi
e non è  tutta fantasia.
Il sogno spesso si mescola
con la fantasia più pura
e ciò che sembra impossibile
diventa facile da realizzare
basta saper mescolare
il sogno con la fantasia
e l’amore si materializza.
 
Totò Mirabile  

  
TERRORE

Non ho mai provato
momenti di terrore
ma so bene che qualcuno
vive col terrore addosso,
con la paura di amare
e di volere bene
e per colpa del terrore,
non va mai avanti,
e con il terrore dentro
rimane sempre piccolo
e non cresce nella vita.

Totò Mirabile                   

TIRARMI FUORI

Almeno una volta nella vita
ho provato a fare e dire cose
molto al di sopra della mia natura
senza però riuscire ad emergere
dal quotidiano passare del tempo
che si va spegnendo pian piano
e va perdendo lentamente i contorni.
Eppure se io stesso con violenza
riuscissi a tirarmi fuori da queste
grandi reti in cui mi sono impigliato
o se qualcuno mi aiutasse ad evadere
le oscure prigioni in cui mi sono rinchiuso,
tante meravigliose cose farei,
e quante profonde conoscenze saprei
comunicare alla gente discente
perché ciascuno di noi conosce
infinitamente di più di quanto creda
e ciascuno degli altri infinitamente
di più di quanto noi riteniamo
di riconoscere in loro intelligenti.
Così liberandomi potrei liberare
e liberandoli potrebbero liberarmi
per essere sta volta io il discente
ed uscire così finalmente da questa
condizione interiore avvilente.

Totò Mirabile


TU

Tu sei il fuoco
tu sei l’acqua
che spegnere il fuoco.
Tu sei il buio
tu sei la luce
che illumina il buio
non ci sarebbe mondo
senza acqua
e senza luce.

Totò Mirabile                   
 
UN AMICO
 
Un amico è quella persona
che si esprime con sincerità
una persona che a volte
ti fa piangere e a volte ti fa ridere
e non ti presenterà mai il conto
per averti asciugato spesso
le lacrime della vita.

Totò Mirabile

UN AMORE PARTICOLARE

II sentiero ci divise
e a destra presi io
mentre a sinistra
si diresse lei
per ritrovarci poi
in cima al colle
ed infine scambiarci
le esperienze acquisite
e le impressioni avute
da quella terra
selvaggia e riservata.

Orchidee raccolsi io
e frutti di bosco portò lei
allegra e festoso io
che mentre le porgevo
l mazzetto profumato
assaporavo una mora
matura e nera
come lei più di me
abbronzata dal sole
prettamente agostino.

Mi piacque il gusto
come pure a lei
che fu sorpresa
quando dalla mia bocca
la passai nella sua
scambiandoci un bacio
che divenne per sempre
memorabile e squisito
da dove ebbe inizio
un amore particolare
come quelle more.

Totò Mirabile

UN MUNNU TUTTU TUNNU E SENZA FOSSI

Mi dumannu e dicu picchì l’antichi avianu a diri
a Natali lu friddu e la fami megghiu ‘unn’aviri ?

È ‘na dumanna ca spissu mi fazzu assai curiusa
sperannu ca sta notti di natali nun fussi friddusa.

Comu fannu ddi mischini ca stannu sutta li stiddi
a lu friddu e a la furtura senza robbi e cappeddi?

Signuruzzu sta notti aiuta sti poviri disgraziati
ca  preganu a tia pi iddi puru tutti li carzarati.

Vulissi chiudiri l’occhi  e quannu li rapissi
truvari un munnu tuttu tunnu e senza fossi.

Un munnu unni tutti fussiru filici e cuntenti
dunni nuddu putissi mai fari mali a li ‘nnuccenti.

Sulu pi sta notti fa cuntu Signuruzzu beddu
ca fussimu picciriddi comu lu to bammineddu.

E ni dassi a tutti accura cu na bona capannuzza
china di  duci meli e cavuru latti di crapuzza.

E si li ricchi e li guvirnanti puru chissu avissiru
poviri e guvirnati pi sempri ‘un ci nni fussiru.

Totò Mirabile

UN’INDIANA VENEZIANA

Chiuvia a celu apertu ddrà brutta siritina
e nni emu a riparari sutta na pinsillina
e quannu carmau trasemu dintra un barri
pi mangiarinni du pizzetti e biviri du birri.

E mentri ca mangiavamu ddra misera cena
si sintia strimbellari na chitarra a malappena
e comu un lampu affacciau  ‘na picciuttedda
purtannu a tracolla la scurdata chitarredda.

Cu tanti capiddri longhi e lisci e tutti biunni
un’indiana veneziana ma cu tanti cosi tunni
bianca  comu  la nivi  simulusa pulita e frisca
c’un neu nicu e nivuru ca mi paria na musca.

L’affruntusa cu timidizza calau l’occhi nterra
e sfruntatu iu addumannai cu sunava la chitarra
ma cu franchizza m’arrispusi ca  la sunava idda
ci la pigghiai di manu  e ci resi n’accurtatedda.

L’accurdai subitu e ci cantai na curta sirinata
e rirennu rirennu nni passau tutta ddra sirata
e di ddra sira mpoi la chitarra addivintò mia
e chissà picchì pi idda fici puru quarchi pazia.

Lassai a tutti pi sta picciuttedda veneziana
persu lu sennu comu persi a chidda chiusalina
e lu ponti di suspiri beddu fora e rintra cainu
scialava quannu supra ci passava quarcunu.

E passa e ripassa lu strittu sempri in discussioni
arrivau puru lu puntu ca fineru tutti l’attenzioni
finiu la festa e finiu l’amuri pi sta bedda veneziana
ca subitu ’ncuntrai una longa e bedda siciliana.

Mi scrissi idda littiri d’amuri doppu picca tempu
ma di sta marsalisa m’innamurai comu un lampu
però dicu e affermu ca cu idda fici na beddra vita
finu a quannu ncuntrai la megghiu margherita.

Totò Mirabile
                        
UNA COME TE

All’improvviso ho incontrato una come te
e  seguo  in  silenzio la sua scia profumata
avvolto da nebbie sottili e vaporose
che mi prendono la mente ed il cuore.

Appresto il passo e scopro le stesse orme
lungo sentieri che mi sembrano portare lontano
tra monti che sfidano con le vette l’infinito
e si perdono nell’immensità del cielo.

Ed esco per andare dove l’istinto mi conduce
per evadere galere secolari dove si è finiti
e vorrei ancora tempo per fare ciò che sento
per non permettere a nessuno di fermarmi.

Andare insieme scoprendo nuovi orizzonti
per tuffarsi insieme nelle acque più belle
rincorrersi per dopo felicemente perdersi
e riscoprire il senso del  ritrovarsi ancora.

E così rimanere attaccati per tutta la vita
riprendendo la scia con grande vigoria
e se i passi sono incerti con le tentazioni
tutto andrà per come doveva andare.

Non so più quello che faccio o che farò
e non m’importa nulla dove andrò
se quelle lacrime che scivolano sul viso
si mescolano alla nebbia che non si dirada.

Totò Mirabile                   

UN NUOVO MOVIMENTO

Parve che un nuovo movimento di masse
fu concluso appagato apparentemente l’interesse
che si muove nello spazio di tangibili fini.

Inaspettatamente dopo non parve e mi sedetti
perchè la prima convinzione non aveva supporto
e precipitai  subito in un profondo abisso.

Ma le aspirazioni agitarono il movimento
e questa  volta  parve  e  riaffermo  ancora
che la questione fosse chiara certo a tutti.

Ma non mi persuadeva il suo discorso
anzi affermo che non era quella la questione
tanto che le forme vennero anche meno.

Non fa nulla! Quante volte ripetei in giro
ma le pietre sono dure e di più le teste
e fu così che non volli e non cedetti più.

Il movimento finisce lì con loro inerti
come inerte resto io e tutti gli altri insicuri
e nessuno osa rimuovere quell’inerzia.

Come se gli altri provassero un gran  piacere
nel conservare quella fastidiosa e vile inerzia
che non è bella affatto né  per me né per noi.
                
Totò Mirabile  
 
UN UOMO
 
Ho incontrato un uomo per la strada
era cieco e non vedeva gli orrori
era sordo e non poteva sentire gli orrori
ma egli non era muto e poteva parlare
poteva  gridare al vento assurde parole
perché nessuno nella strada lo ascoltava
erano diventati tutti sordi e non sentivano
erano diventati  ciechi e non lo vedevano
non gli rimaneva che la voce per gridare
e gridarono tutti tanto da non capirsi
e quel bimbo seduto in mezzo alla strada
piangeva perché nessuno lo vedeva
nessuno ascoltava il suo pianto.

Totò Mirabile 

VENTICINQUESIMO
ANNIVERSARIO

Ventìcinque anni insieme
sono un bel traguardo
e spero che la felicità
che stiamo vivendo
non abbia mai fine,
e possa sconfinare lassù.
Che bello esserci incontrati
quella sera d'estate perché
sono sicuro che i prossimi anni
saranno ancora più belli
di quelli già trascorsi.
In questa circostanza
volgo un pensiero
alle mie figlie ormai grandi
e auguro a loro
di essere felici e serene
e festeggiare sempre.
Spero di trascorrere
altri venticinque anni insieme,
affinchè l'argento
si tramuti in oro
arrivando così alla fine
sostenendoci per mano
con l'aiuto del Signore.

Totò Mirabile

VENTITRÉ GIUGNO

Pur di apparire egoista
oggi volevo andare oltre
quei marcati confini
legando strettamente
la terra in un abbraccio
e donarle la mia generosità.
Stringerla forte
per farla smettere
di girare sempre intorno
sfuggendo alla realtà
dei sentimenti
e delle umane passioni.
Sovente questa rimane
la sola cosa cui aggrapparsi
per svelarle i profondi misteri
della nostra riservata vita
da cui nasce e si sviluppa
improvvisamente l'amore.
Un amore da racchiudere
in un abbraccio grande
che non va confuso
con atti di incertezza
perché amare significa
non nuocere nessuno.
Il sentimento dell'amore
è una cosa meravigliosa
specialmente se manifestato
dalla persona che ci vuole bene
che ci ama e ci riempie di gioia
in questo ventitré giugno.

Totò Mirabile

ZANNA

E’ stata sempre così
girovaga come gli zingari
per questa  somiglianza
la chiamiamo zanna
e noi ad aspettare...
Ne fece arte dell’esibizione
studiò la musica da piccolina
cantò le più belle canzoni
accompagnandosi col piano
e noi ad ascoltare...
Superata questa prima fase
iniziarono i concorsi di bellezza
con alcune importanti elezioni
e molti articoli sui giornali
e noi a ritagliare...
Arrivò il tempo delle foto
e anche lì si fece  onore
mille foto  le scattarono
e gli album si riempirono
e noi a sfogliare...
La moda si fece avanti
ed iniziarono le passerelle
tanti abiti furono indossati
abiti da sposa ricamati
e noi a guardare...
Però non aveva l’interesse
di prestarsi come hostess
Gianduia le stava stretto
non risaltava il suo petto
e noi a fingere...
Contenta lei contenti tutti
e finalmente l’università
l’esiguo conto in banca
la casa in città e l’operazione   
e noi a non dormire...
Zanna fu quella volta
tuo padre e la madre giovinetta
zanna fu quella data
quel  famoso 18 maggio
e noi che ti vogliamo bene.
Totò Mirabile

vai a capo
Ultimo aggiornamento Sabato 15 Gennaio 2011 10:00
 

Att.Toto Mirabile


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